Norman Gobbi sul potenziamento del Ministero pubblico
Con la decisione di potenziare il Ministero pubblico attraverso la nomina di due nuovi procuratori il Gran Consiglio ha riconosciuto il bisogno di avere più persone che si occupino del contrasto alla criminalità, in particolare per quanto riguarda i reati finanziari. “Già il Governo con un messaggio più di un anno fa aveva accolto la richiesta del Procuratore generale Andrea Pagani di potenziare la Procura. Noi proponevamo un procuratore in più, che sono poi diventati 2 nel corso delle discussioni avute con la speciale commissione parlamentare”, afferma il consigliere di Stato Norman Gobbi. “Bisogna sottolineare che non si tratta di nominare solo 2 persone. Infatti ogni procuratore disporrà di un segretario giudiziario e di un collaboratore con compiti amministrati. Si creano così due nuove “colonne”, come vengono definite in gergo, che andranno a potenziare il MP”.
Di giustizia si è fatto un gran parlare negli ultimi mesi. “Soprattutto – sottolinea Norman Gobbi – vi sono state molte polemiche. Il tutto attorno alla nomina, che avviene ogni 10 anni, di tutti i 20 membri del Ministero. Si sono mischiati però in queste discussioni molti altri temi, che hanno poi finito per avvelenare il clima. L’ho sempre detto: la nostra Giustizia ha bisogno di cambiamenti e riforme, come abbiamo evidenziato con i lavori del grande progetto Giustizia 2018. Li stiamo facendo, a tappe, e la riforma che riguarda le autorità di protezione (ARP) appena messa in consultazione ne è un esempio. Ma le riforme passano anche attraverso le donne e gli uomini che lavorano per la nostra giustizia. Un processo di maturazione progressivo che non può essere imposto dall’alto, ma costruito assieme. Così ci muoviamo e anche il potenziamento del MP è un passo in questa direzione”, sottolinea il presidente del Governo Norman Gobbi.
Con un’avvertenza che il Consigliere di Stato ha voluto ancora una volta ricordare davanti al Parlamento: “Pensare che nominare più procuratori pubblici basti per risolvere il problema dei dossier in giacenza è illusorio e fuorviante. Ci vuole anche una verifica regolare sull’efficacia e sull’efficienza di un’organizzazione”. Insomma, in poche parole, occorre anche lavorare bene sfruttando al meglio i mezzi (umani, ma non solo) a disposizione. Messaggio chiaro, che Gobbi ha ribadito già negli scorsi anni e che assume un valore più grande in questo momento, quando 20 procuratori hanno da poco iniziato il loro mandato decennale ed è stato deciso un potenziamento del Ministero.