Da www.rsi.ch/news
Presentato il messaggio sulla riorganizzazione delle Autorità regionali di protezione in Ticino
Il Dipartimento delle istituzioni ha dato avvio lunedì alla consultazione sulla riorganizzazione delle Autorità regionali di protezione (ARP). Il nuovo modello organizzativo si basa sulla “cantonalizzazione” delle ARP, che sono 16, quindi sul passaggio delle competenze sul loro funzionamento dai comuni al cantone. Il messaggio prevede l’istituzione di una nuova autorità giudiziaria, specializzata nel diritto di protezione, le nuove Preture di protezione.
Una proposta – si legge nella nota – che “permette di meglio ossequiare il vincolo di specializzazione dell’autorità di protezione sancito dal diritto federale, per il quale l’autorità deve disporre di competenze interdisciplinari in altri ambiti oltre al diritto quali ad esempio il lavoro sociale, la psicologia o la pedagogia e il campo medico”.
L’istituzione delle nuove Preture di protezione presenti sull’intero territorio cantonale è sancita nella Costituzione cantonale e nella Legge sull’organizzazione giudiziaria. Le modifiche costituzionali, se approvate da parte del Gran Consiglio, dovranno quindi essere avallate in votazione popolare.
La nuova autorità sarà composta da circa 90 unità di lavoro a tempo pieno presenti in varie sedi collocate sul territorio. L’onere supplementare a carico del cantone è stimato in 13,4 milioni di franchi. Si stima che le Preture di protezione potrebbero entrare in vigore nel 2024.
https://www.rsi.ch/news/ticino-e-grigioni-e-insubria/LARP-diventer%C3%A0-cantonale-13794253.html
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Da www.rsi.ch/ilquotidiano
https://rsi.ch/play/tv/redirect/detail/13797868 La riforma delle autorità di protezione
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Da www.ticinonews.ch
Dalle ARP a nuove Preture di protezione
Il DI avvia oggi la consultazione sulla riorganizzazione delle Autorità di protezione, che prevede il passaggio delle competenze dai Comuni al Cantone
Il Consiglio di Stato ha autorizzato il Dipartimento delle istituzioni a porre in consultazione il Messaggio di aggiornamento relativo alla riorganizzazione delle Autorità di protezione (ARP), il quale prevede l’istituzione di una nuova Autorità giudiziaria specializzata nel diritto di protezione: le nuove Preture di protezione. Questa riorganizzazione rappresenta un tassello essenziale nella riforma della Giustizia cantonale. La procedura di consultazione, interamente in forma digitale, sarà aperta fino al 31 marzo 2021 e coinvolgerà circa 200 attori interessati dalla riorganizzazione (partiti, gruppi e movimenti politici presenti in Gran Consiglio, Comuni, Autorità giudiziarie, Autorità amministrative, Ordini, Associazioni ed enti, ecc.).
Cosa prevede il nuovo modello organizzativo
In Ticino vi sono attualmente 16 Autorità regionali di protezione presenti sul territorio – evoluzione delle Delegazioni tutorie comunali e delle Commissioni tutorie regionali – di natura amministrativa e con un’organizzazione comunale-intercomunale. La riorganizzazione oggetto del progetto prevede come detto l’istituzione di nuove Preture di protezione. Il nuovo modello organizzativo si basa sulla “cantonalizzazione” delle Autorità di protezione, con il passaggio delle competenze sul loro funzionamento dai Comuni al Cantone, e sulla “giudiziarizzazione” del sistema mediante una nuova Autorità giudiziaria. L’indirizzo proposto, si legge nella nota stampa del DI, “permette di meglio ossequiare il vincolo di specializzazione dell’Autorità di protezione sancito dal diritto federale, per il quale l’Autorità deve disporre di competenze interdisciplinari in altri ambiti oltre al diritto quali ad esempio il lavoro sociale, la psicologia o la pedagogia e il campo medico”. La riorganizzazione proposta mira quindi a “migliorare il funzionamento dell’Autorità chiamata a giudicare in questo settore sensibile e delicato della nostra società”.
Se c’è l’ok del Parlamento, la parola passa ai cittadini
L’istituzione delle nuove Preture di protezione presenti sull’intero territorio cantonale è sancita nella Costituzione cantonale e nella Legge sull’organizzazione giudiziaria. Le modifiche costituzionali, se la riforma troverà l’approvazione da parte del Gran Consiglio, dovranno quindi essere avallate in votazione popolare.
Un onere supplementare per il Cantone di 13,4 milioni
In termini di risorse umane, la nuova Autorità giudiziaria sarà composta da circa 90 unità di lavoro a tempo pieno, presenti in varie sedi e sottosedi collocate sul territorio, di modo da garantire la prossimità. Dal punto di vista finanziario, l’onere netto supplementare a carico del Cantone è stimato in 13.4 milioni di franchi. L’importo è contemplato nella riforma “Ticino 2020”, nell’ottica della sua neutralizzazione nel computo globale dell’onere finanziario tra i due livelli istituzionali.
Se approvate, le Preture di protezione potranno vedere la luce nel 2024
Riguardo alle tempistiche di entrata in funzione della nuova Autorità giudiziaria, tenuto conto del superamento delle varie tappe istituzionali e dell’ampia portata della riforma, si stima che le Preture di protezione potrebbero entrare in vigore nel 2024.
https://www.ticinonews.ch/ticino/dalle-arp-a-nuove-preture-di-protezione-BD3764928
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Da www.tio.ch
Una “rivoluzione” per le ARP
La riorganizzazione passa dalla “cantonalizzazione” e dalla “giudiziarizzazione”
Il Governo ticinese ha avviato la consultazione per il relativo progetto
Le autorità regionali di protezione (ARP) si preparano a cambiare. Il Governo cantonale ha infatti avviato la consultazione sul messaggio riguardante la loro riorganizzazione. Una riorganizzazione che si inserisce nella più ampia riforma della giustizia cantonale. «Una giustizia che sarà al passo coi tempi» ha ricordato oggi Norman Gobbi, presidente del Consiglio di Stato e direttore del Dipartimento delle istituzioni.
«Il tassello delle ARP è un tassello centrale di questa riforma della giustizia cantonale» ha detto ancora Gobbi. «I bisogni non riguardano più l’orfano o l’anziano, ma questioni più fragili e complesse». Si tratta di un’autorità che prende 11’000 decisioni all’anno, ha spiegato Frida Andreotti, direttrice della Divisione della giustizia. E ha annunciato che la riorganizzazione passa dalla «cantonalizzazione», dalla «giudiziarizzazione», dalla «specializzazione» e dalla creazione del sistema «Preture di famiglia».
Tra gli obiettivi si conta un miglioramento nella trattazione dei casi da parte di specialisti e in tempi adeguati. E un’uniformazione dell’organizzazione, delle procedure e delle prassi, mantenendo la presenza sul territorio. «Le autorità saranno efficienti, efficaci e moderne» come ha detto Andreotti.
La riorganizzazione – In Ticino sono attualmente presenti sedici autorità regionali di protezione, di natura amministrativa e con un’organizzazione comunale-intercomunale. La riorganizzazione prevede l’istituzione di una nuova autorità giudiziaria specializzata nel diritto di protezione, le nuove preture di protezione.
Il nuovo modello organizzativo si basa quindi principalmente sulla “cantonalizzazione” delle autorità di protezione, con il passaggio delle competenze sul loro funzionamento dai Comuni al Cantone, e sulla “giudiziarizzazione” del sistema mediante una nuova autorità giudiziaria. «La via giudiziaria è la naturale evoluzione di questo settore» ha sottolineato Andreotti, spiegando che si tratta di un’autorità giudiziaria «disgiunta dalle preture».
La “giudiziarizzazione” è considerata particolarmente importante, in quanto nel nostro cantone le autorità sono confrontate anche con molte situazioni transfrontaliere. «Le autorità si confrontano quindi con tribunali al di là del confine» ha spiegato Gobbi.
Per quanto riguarda il sistema “Preture di famiglia”, si tratta di un sistema astratto di modalità di organizzazione. «Il diritto di famiglia – ha spiegato la direttrice della Divisione della giustizia – viene deciso non solo nell’ambito dell’operato delle ARP ma anche dalle preture, questo sistema farà dialogare ARP e preture nel contesto della presa di decisione».
Novanta posti di lavoro – In termini di risorse umane, la nuova autorità giudiziaria sarà composta da circa novanta unità di lavoro a tempo pieno (oggi sono un’ottantina), presenti in varie sedi e sottosedi collocate sul territorio, di modo da garantire la prossimità. Dal punto di vista finanziario, l’onere netto supplementare a carico del Cantone è stimato in 13,4 milioni di franchi. L’importo è contemplato nella riforma “Ticino 2020”, nell’ottica della sua neutralizzazione nel computo globale dell’onere finanziario tra i due livelli istituzionali.
L’istituzione di questo modello è sancito nella Costituzione cantonale e nella Legge sull’organizzazione giudiziaria. Se la riforma troverà l’approvazione da parte del Gran Consiglio, dovrà quindi poi essere avallata in votazione popolare.
Si stima che le preture di protezione potrebbero entrare in vigore nel 2024. Nel frattempo la procedura di consultazione – che avviene interamente in forma digitale – parte oggi e termina il 31 marzo 2021, e coinvolge circa 200 attori interessati dalla riorganizzazione.
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Verso le Preture di famiglia
Il Dipartimento delle istituzioni ha posto in consultazione il progetto di riforma delle Autorità regionali di protezione L’intenzione è di cantonalizzare le ARP e renderle delle vere e proprie autorità giudiziarie – L’approvazione del progetto passerà dal voto popolare
Dopo anni di lunghe discussioni il Dipartimento delle istituzioni (DI) ha posto in consultazione il messaggio sulla riorganizzazione delle Autorità di protezione. Stiamo parlando delle ARP, ovvero le autorità regionali di protezione, che nel sistema attuale sono di natura amministrativa e hanno un’organizzazione di tipo comunale o intercomunale. Il nuovo progetto di riforma, presentato ieri dal direttore del DI Norman Gobbi e dalla direttrice della Divisione della giustizia Frida Andreotti, è ambizioso e molto articolato, ma volendo riassumerne al massimo il contenuto esso presenta tre novità. Innanzitutto la «cantonalizzazione» delle autorità di protezione, la cui competenza passerebbe quindi dai Comuni al Cantone. In secondo luogo, il progetto prevede la «giudiziarizzazione» del sistema, con la creazione delle Preture di protezione: le ARP, che come detto oggi sono di natura amministrativa, diverrebbero così delle vere e proprie autorità giudiziarie cantonali. Infine, l’altra novità riguarda la «specializzazione» delle autorità di protezione, che nel nuovo sistema avrebbero un collegio giudicante composto da tre persone: il pretore di protezione (o il pretore di protezione aggiunto) che funge da presidente del collegio, affiancato da due specialisti; di principio uno formato in ambito psicologico o pedagogico e l’altro in ambito di lavoro sociale. Tutti i membri del collegio dovrebbero essere eletti dal Gran Consiglio. Secondo il nuovo assetto organizzativo, le nuove Preture di protezione, assieme (ma in maniera completamente indipendente) alle ‘‘normali’’ Preture, andrebbero così a creare quello che è stato definito il «sistema delle Preture di famiglia».
Criticità e motivazioni
Il tema in questione, come detto, ha spesso fatto discutere in passato. Non a caso, sia Gobbi sia Andreotti hanno entrambi enfatizzato la delicatezza del dossier, in particolare poiché le misure di protezione prese dalle ARP «rappresentano un intervento importante nella sfera dei diritti e delle libertà della persona». Anche nel progetto di riforma il DI non ha voluto nascondere le criticità emerse negli ultimi anni. Tra queste, dal documento viene citato in particolare il fatto che le 16 ARP adempiono al loro vincolo di specializzazione «in maniera dissimile e con un differente grado di specializzazione» sul territorio ticinese. Quindi, come affermato da Gobbi, la «cantonalizzazione» del sistema farà sì che le misure prese dalle nuove Preture di protezione siano omogenee da Chiasso ad Airolo. Ma non solo. Tra le criticità citate nel documento viene pure indicata la «contenuta autorevolezza delle autorità di protezione derivante dalla loro natura amministrativa di tipo comunale o intercomunale». Anche in questo caso, a mente del DI, la «cantonalizzazione» e la «giudiziarizzazione» delle ARP permetterebbero di ovviare a questa problematica. Infine, sempre riguardo alle criticità, viene citato il numero («ritenuto eccessivo») di autorità presenti sul territorio, che come detto attualmente sono sedici. Per questo motivo, nella riorganizzazione sono previste quattro Preture di protezione, tre delle quali formate da più sezioni: la Pretura di protezione del distretto del Mendrisiotto, quelle del distretto di Lugano (con tre sezioni), di Bellinzona (con due sezioni) e di Locarno (anch’essa con due sezioni). A conti fatti, quindi, le entità presenti sul territorio sarebbero otto, la metà di quelle attuali. In totale, nella proposta del DI le nuove Preture di protezione avrebbero a disposizione 90 unità di lavoro a tempo pieno: 4 pretori, 12 pretori aggiunti, 16 membri specialisti, 8 unità per il servizio giuridico e 16 per il servizio rendiconti e infine 32 per il servizio amministrativo. Dal punto di vista finanziario la riorganizzazione avrà un costo maggiore per il Cantone di 13,4 milioni di franchi.
Un po’ di strada da fare
Prima di entrare in vigore, però, il progetto dovrà superare ancora diverse tappe istituzionali. La proposta di riorganizzazione è infatti ora stata posta in consultazione a circa 200 attori interessati dalla riforma, i quali avranno tempo fino alla fine del mese di marzo per inviare le proprie osservazioni al DI. Dopodiché sarà ovviamente necessaria l’approvazione della riforma da parte del Gran Consiglio. Ma non solo, visto che andrà a modificare la Costituzione cantonale, il progetto sarà pure posto in votazione popolare. Non va infine dimenticato, e non si tratta di un dettaglio, che come scritto nel documento posto in consultazione la riforma in questione è pure condizionata, «a livello del suo finanziamento, dall’approvazione da parte del Parlamento della riforma “Ticino 2020” e, in via subordinata qualora ciò non dovesse verificarsi, dal perseguimento di una puntuale soluzione» sulla «ripartizione degli oneri tra Cantone e Comuni».
Se tutto andrà liscio, a livello di tempistiche secondo quando riferito da Gobbi l’intenzione è di poter far entrare in funzione le nuove preture di protezione nella seconda metà del 2024.