Da www.tio.ch
Gobbi a tutto tondo sul tema coronavirus: «Varchiamo il confine solo se strettamente necessario».
Quindi un barlume di ottimismo: «Sempre più persone in cure acute, ma fortunatamente i più vengono dimessi»
Quindi un barlume di ottimismo: «Sempre più persone in cure acute, ma fortunatamente i più vengono dimessi»
Uno spiraglio di ottimismo – Non nasconde quindi un certo ottimismo guardando alle cifre degli ultimi giorni: «Aldilà dei casi positivi, leggermente in calo forse anche grazie alle misure prese nelle ultime settimane, bisogna tenere conto delle prese a carico, quindi dei posti disponibili sia in cure acute che intense. Questo è il termometro che dobbiamo guardare per capire se stiamo andando verso un “full booking”, che porterebbe di riflesso a ulteriori misure restrittive». Il direttore del Dipartimento delle Istituzioni fa notare che, se è vero che aumentano le prese a carico, «assistiamo anche a un numero di dimessi che è regolare. Quindi la gente entra in cure acute, ma ne riesce a uscire».
Gli anziani – Non manca un cenno agli anziani, categoria a rischio e che quindi occorre tutelare: «Già in primavera avevamo preso misure a loro tutela – aggiunge -. Se ce ne sarà bisogno lo faremo di nuovo».
«In Italia solo se necessario» – Sull’Italia e l’atteso DPCM di Conte, Gobbi non esclude ripercussioni anche per i ticinesi: «La svolta restrittiva potrebbe esserci, ma non come accaduto in maggio. Prevedo qualche restrizioni in più per Milano, oggi la zona maggiormente colpita assieme al basso varesotto. Potrebbe cambiare qualcosa anche per noi. Io invito comunque alla prudenza: se quelle sono inserite come regioni ad alto rischio, forse è il caso di varcare il confine solo se strettamente necessario».