Opinione pubblicata nell’edizione di venerdì 28 agosto 2020 de La Regione
“Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”: anche se il primo sondaggio condotto dall’istituto gfs di Berna sull’intenzione di voto delle cittadine e dei cittadini svizzeri ci dice che per ora la maggioranza sarebbe favorevole al credito di 6 miliardi di franchi per acquistare i nuovi aerei per il nostro Esercito (tema in votazione il 27 settembre prossimo) è bene sottolineare l’importanza di questo credito per l’efficacia globale dell’Esercito, come per l’intero concetto di sicurezza a favore della Svizzera e della sua popolazione.
In qualità di direttore del Dipartimento delle istituzioni, a cui è affidato il compito della sicurezza, ho chiaro il concetto che la sicurezza vada garantita e salvaguardata grazie all’attività di tutte le “agenzie” che operano in tale contesto. Penso alla Polizia cantonale e alle Comunali, penso al Corpo delle guardie di confine, ai Pompieri, al Servizio ambulanze, ma penso pure all’Esercito e alla Protezione civile, riserva strategica per Cantoni e Comuni, la cui funzione si è rivelata essenziale anche nei mesi di crisi del coronavirus. Una rete integrata grazie alla quale lo Stato è in grado – con alcuni compiti demandati al settore privato – di mantenere un elevato grado di sicurezza a beneficio di tutti.
Investiamo molto per dare i migliori mezzi a Polizia e Guardie di confine. I servizi di soccorso di Ambulanze e Pompieri sono all’avanguardia, grazie alle risorse che immettiamo in questi settori. La Protezione civile in Ticino ha recentemente aggiornato l’intero materiale d’impiego. Lo stesso discorso deve poter valere anche per l’Esercito, inserito pienamente nella rete che crea la protezione della popolazione. E le forze armate svizzere – per rispondere a questa sfida – devono poter contare anche su un parco velivoli in grado di adempiere alle missioni previste: dalla sorveglianza dello spazio aereo alla difesa. I caccia sono indispensabili per la sicurezza nella terza dimensione.
Il concetto “Air2030” del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport inquadra in modo coordinato le necessità per il futuro legati alla difesa della popolazione svizzera e dei suoi cieli. I bisogni più impellenti sono l’acquisto degli aerei da combattimento e il nuovo sistema di difesa terra-aria a lunga gittata.
È allora utile ricordare che le Forze aeree svizzere hanno il compito di proteggere e salvaguardare uno degli spazi aerei più complessi del mondo. Situato all’intersezione di due grandi rotte, est-ovest e nord-sud, il nostro spazio aereo è il più denso dell’intero continente europeo. In media, circa 3500 aerei sorvolano la Svizzera ogni giorno. Nel 2019 sono stati registrati circa 1,3 milioni di voli civili e militari. Se la Svizzera vuole garantire la sicurezza del suo spazio aereo e salvaguardare la sua sovranità, una sorveglianza efficace è indispensabile.
Prendo a prestito un’affermazione fatta recentemente da Boris Cuanoud, capo di Skyguide – il partner privato dell’Esercito che si occupa di sicurezza dei voli – in occasione dell’inaugurazione, lo scorso 21 agosto, della nuova torre di comando e del nuovo centro operativo dell’aeroporto militare di Payerne: “La sicurezza dello spazio aereo non è facoltativa”. Non possiamo farla o non farla. Dobbiamo garantirla nel migliore dei modi. I nuovi aerei da combattimento sono la risposta a questa necessità e al nostro bisogno di sicurezza.