Da www.rsi.ch/news
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Il presidente del Governo, Norman Gobbi, esprime perplessità sulle modalità di ripartenza dei grandi eventi decise da Berna
I cantoni avranno un ruolo di primo piano nelle future aperture. Mercoledì Berna ha insistito sulla “severità” di concedere autorizzazioni alle manifestazioni con più di mille persone, e i Cantoni potranno anche negare l’autorizzazione se la situazione epidemiologica dovesse peggiorare.
“Diciamo che sono un po’ sorpreso a livello di Consiglio di Stato ma anche dei Governi cantonali di questa decisione del Consiglio federale – ha spiegato Norman Gobbi, presidente del Governo ticinese, ai microfoni della RSI – perché nelle scorse settimane, quando sono stati sentiti i cantoni, i direttori della sanità pubblica hanno espresso forte scetticismo su un allentamento già ora e, soprattutto, gli scenari sottoposti parlavano di fine anno, rispettivamente del 31 marzo 2021. Quella di oggi – ha poi aggiunto Gobbi – è una decisione che porrà molte competenze e costi sulle spalle dei cantoni che dovranno poi anche coordinarsi tra di loro”.
“Non si può considerare un azzardo perché non è esecutiva subito – ha però specificato il presidente del Governo – Bisognerà capire se è solo un ‘contentino’ nei confronti soprattutto degli organizzatori di grandi eventi, come fiere, partite sportive ed eventi culturali, per prendere tempo. Hanno deciso oggi di allentare, ma visto che il virus può evolvere molto velocemente, domani la decisione potrebbe non valere già più”.
La necessità di coordinazione intercantonale è espressa anche dalla Conferenza dei direttori cantonali della sanità, che in un comunicato diffuso subito dopo l’annuncio di Berna sottolinea come “occorra elaborare criteri il più possibile uniformi, in particolare piani di protezione convincenti, e iscriverli nell’ordinanza speciale COVID-19”. Le regole, insomma, devono valere per tutti allo stesso modo per non svantaggiare nessuno.
I prossimi eventi in forse
Uno degli eventi, per ora ancora previsto, che attira diverse migliaia di persone è la fiera di San Martino a Mendrisio, dall’11 al 15 novembre. “Adesso bisogna capire i dettagli e sedersi attorno ad un tavolo per vedere se organizzarla e come – ha spiegato il sindaco Samuele Cavadini – Temo che l’organizzazione tradizionale quest’anno sarà difficile da attuare”.
Per quel che riguarda gli eventi culturali come quelli del LAC di Lugano, “siamo pronti a riaprire da metà settembre – ha spiegato il direttore artistico Michel Gagnon – Due gli scenari: mille posti con le mascherine, oppure un’occupazione al 60% con la distanza sociale. Comunque il LAC ha mille posti, di più non si può stare. Per affrontare finanziariamente la situazione – ha poi aggiunto – abbiamo modificato la programmazione fino a inizio dicembre. Per qualche mese possiamo resistere con una sala al 60%”.
Qualche certezza in più per lo sport
Uno spiraglio di luce per i maggiori club ticinesi di calcio e di hockey, che dovranno però adattare le strutture alle disposizioni che saranno elaborate dalle autorità federali in collaborazione coi cantoni. Decisione attesa per il 2 settembre.
“Abbiamo già uno studio preliminare per istallare sugli spalti delle tribunette provvisorie con posti a sedere numerati e sufficientemente distanziati. Immaginiamo di raggiungere tra i 3’500-3’800 posti” ha spiegato Filippo Lombardi, presidente dell’Hockey club Ambrì Piotta. Meglio quindi mettere le mani al portafogli che rischiare perdite milionarie. Fiducioso, malgrado l’instabilità del contesto, anche il CEO del Lugano Marco Werder: “Ad oggi era la soluzione migliore che potevamo sperare. Ora starà a noi trovare una via mediana che possa accontentare tutti i club”.
La lega nazionale di Hockey si riunirà venerdì in assemblea straordinaria per decidere se cominciare la regular season come previsto il 18 settembre, oppure se rimandare di 2 settimane, eventualità logisticamente e tempisticamente più probabile. Il calcio invece ha per ora messo in agenda l’inizio della nuova stagione di super league per l’11 settembre. Ipotesi che il direttore del Football Club Lugano Michele Campana reputa improbabile: “È possibile che venga spostato l’inizio di almeno una settimana così che le squadre disputino al massimo una partita casalinga prima del primo ottobre”.
“L’obbiettivo è di occupare tutti i posti a sedere che sarebbero 3’600 – conclude Campana – È chiaro però che se ci dovessero essere limitazioni come quelle in vigore attualmente, i posti scenderebbero attorno ai 1’800-2’000”.