Berna dovrebbe rivedere certe sue decisioni in merito al controllo ai valichi
Il calo delle incarcerazioni in questi mesi di emergenza legata al coronavirus è impressionante. I 4 grafici che pubblichiamo dicono più di tante parole. “In effetti se guardo queste cifre non posso che rallegrarmi e almeno sotto questo punto di vista si può tracciare un bilancio positivo all’interno di una crisi che ci ha marcato in modo profondo”, afferma il Presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi. “Un’evoluzione, quella delle incarcerazioni in Ticino, certamente collegata alla chiusura dei valichi e ai controlli effettuati sia dalle guardie di confine, sia dagli agenti della Polizia cantonale, che nei momenti più delicati hanno potuto pattugliare le zone interne sulla frontiera di stato ancora più intensamente rispetto ai periodi, diciamo così, normali”.
Questo dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, che la criminalità d’importazione è responsabile di una gran parte delle minacce che il Ticino e i cittadini ticinesi devono subire. “Esatto: il dato non è ovviamente nuovo, ma proprio in questi mesi il rapporto percentuale della popolazione carceraria straniera rispetto a quella svizzera è decisamente diminuito. Ma soprattutto si evidenzia come il controllo della frontiera diventa essenziale per mantenere una maggiore sicurezza all’interno del paese. E la chiusura dei valichi, imposta dal pericolo di diffusione del virus, ha un effetto diretto sulla diminuzione della criminalità. Ciò obbligherà, me lo auguro, a un ripensamento di determinate conclusioni che provengono da Berna sull’inefficacia della chiusura dei valichi”, sottolinea il Direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi.
Rimaniamo al sistema carcerario ticinese. In questi mesi come ha affrontato l’emergenza? “Posso dire che le risposte date dai responsabili delle nostre strutture sono state molto buone. Una serie di misure adottate con tempestività ha permesso di non far propagare il virus in carcere e questo a beneficio delle collaboratrici e dei collaboratori e dei detenuti stessi”, conclude il presidente del Governo Norman Gobbi.
Foto con i grafici sull’incarcerazione nei mesi di gennaio, febbraio, marzo, aprile e metà maggio.