L’attivazione dell’articolo 41 della legge federale sulle pandemie – quello che permette un controllo sanitario stretto sulle persone che entrano in territorio svizzero e soprattutto che dà la possibilità di impedire per comprovate questioni sanitarie di varcare il confine svizzero – è stato richiesto già mercoledì dal Governo ticinese con lettera al Consiglio federale.
“Quanto introdotto dal Governo italiano sabato sera per tutta la Regione Lombardia, ossia il blocco totale delle attività con la richiesta di evitare spostamenti e contatti, e in seguito per tutto il territorio italiano, ha avuto una ripercussione diretta sul Ticino”, afferma il Consigliere di Stato Norman Gobbi, promotore di questa richiesta. “Già domenica ci siamo confrontati con il Consiglio federale, chiedendo che le guardie di confine applicassero un filtro importante. Nello stesso tempo abbiamo messo a disposizione la Polizia cantonale per un sostegno al controllo. Un lavoro, quello degli agenti della cantonale, che non può svolgersi all’interno del perimetro doganale, ma più in retrovia e che è stato subito implementato a partire da lunedì. Dal giorno successivo la guardia di finanza italiana ha dato finalmente seguito al decreto-Conte, permettendo il passaggio della dogana solo ai lavoratori frontalieri, con il permesso e con un’autocertificazione sullo stato di salute. Sommando questi interventi con le difficoltà oggettive di molte aziende ticinesi per il brusco calo di ordinazioni e di scambi commerciali con l’Italia ormai completamente ferma, le auto che entrano e escono dal territorio ticinese si sono più che dimezzate: il 20 febbraio sono entrate e uscite dai nostri valichi 70’017 vetture; giovedì 12 marzo sono invece state solo 31’068. Il beneficio ambientale è stato sicuramente rilevante e, almeno quello, perdurerà. Anche gli automobilisti ticinesi in questi giorni hanno visto migliorare in un sol colpo la situazione, mentre i frontalieri hanno dovuto accettare lunghe attese in prossimità dei valichi principali (chiusi quelli secondari per concentrare il lavoro di monitoraggio dei passaggi), con inconvenienti anche al traffico locale, in particolare nei Comuni del Mendrisiotto, Chiasso in primis. Il controllo dei passaggi alle frontiere in questo specifico caso diventa indispensabile per tentare di arginare l’espandersi del virus tra la popolazione residente in Ticino. Una priorità in questa impegnativa sfida. I provvedimenti adottati dal Consiglio di Stato mercoledì 11 marzo con la dichiarazione dello stato di necessità e in seguito venerdì 13 marzo sono molto invasivi per la vita di noi tutti, così come sono imprescindibili il richiamo alla massima responsabilità individuale, alla collaborazione, all’unità d’intenti e alla solidarietà che ci porteranno a superare questa emergenza”, conclude il Consigliere di Stato Norman Gobbi.