Articolo pubblicato nell’edizione di mercoledì 4 marzo 2020 del Corriere del Ticino
Il consigliere nazionale dell’UDC Piero Marchesi auspica un sostegno finanziario ai Cantoni con compiti di polizia di frontiera
Norman Gobbi: «Serve a contrastare la criminalità»
Il consigliere nazionale Piero Marchesi (UDC) ha presentato una mozione in cui chiede che ai Cantoni di frontiera chiamati a intervenire in prima persona per garantire la sicurezza dei confini venga corrisposto un sostegno finanziario da Berna. «Molti Cantoni che si trovano nelle zone di confine, in particolare a sud della Svizzera, svolgono compiti di polizia di frontiera e sostengono dunque dei costi che altri non hanno, accollandosi compiti che la Confederazione non svolge in modo completo», spiega Marchesi al Corriere del Ticino.
Da noi contattato, il direttore delle istituzioni Norman Gobbi ha accolto positivamente la richiesta: «Faccio una premessa, la situazione legata ai reati tipici della criminalità transfrontaliera è oggi certamente migliore rispetto, per esempio, al decennio scorso. Ma questo risultato è stato ottenuto proprio grazie a un rafforzamento dell’impegno richiesto alla nostra Polizia cantonale e ai Corpi delle Polizie Polo, assieme alla collaborazione intensa con le guardie di confine. Ci sono però avvenimenti, anche recenti e penso in particolare ai sei assalti ai bancomat (di cui uno fallito) oppure all’assalto a un portavalori a Monteggio, che non possono farci abbassare la guardia e che richiederanno sempre un costante lavoro di prevenzione e repressione, oltre che di indagine». Pertanto, «la proposta di Marchesi mi trova quindi del tutto favorevole: ai Cantoni di frontiera deve essere riconosciuto il lavoro che svolgono anche a beneficio del resto della Svizzera. Poter contare su un maggior introito da parte della Confederazione a favore degli sforzi compiuti dalle Polizie cantonali alla frontiera permetterebbe di migliorare il contrasto alla criminalità transfrontaliera. E la riflessione diventa ancora più importante per le incognite legate alla riorganizzazione dell’Amministrazione federale delle dogane e quindi del Corpo delle guardie di confine».