Articolo pubblicato nell’edizione di giovedì 14 novembre 2019 de La Regione
Fiduciari, il governo vara la revisione della normativa.
E ribadisce la necessità di mantenerla.
Finanziari sotto la vigilanza federale. Regime autorizzativo confermato per commercialisti e immobiliari.
“Una legge nata negli anni Ottanta, che risulta da un lato pienamente coerente con gli sviluppi legislativi federali, dall’altro attuale ancora oggi nel perseguire i suoi scopi di protezione dei clienti, rafforzando la loro fiducia in una piazza economica ticinese che deve continuare a essere stabile e funzionante, valorizzando altresì i tanti professionisti seri ivi operanti”. È con queste parole che il Consiglio di Stato conclude il messaggio riguardante la revisione della Legge cantonale sull’esercizio delle professioni di fiduciario (LFid), messaggio che ha varato ieri, come segnala in una nota. Ed è con quelle parole che invita il parlamento ad approvarlo. In Ticino l’attività di fiduciario è disciplinata per legge dal 1985 (a tutt’oggi è l’unico cantone ad avere una legge ad hoc). La normativa è stata riformata da governo e Gran Consiglio nel 2009, con entrata in vigore tre anni più tardi del nuovo testo, dopo essere stato sostanzialmente avallato dal Tribunale federale. Siamo dunque alla seconda revisione, questa volta “dettata” dall’introduzione – il prossimo 1° gennaio – di due leggi federali: quella sugli istituti finanziari (LIsfi) e quella sui servizi finanziari (LSerfi). Occorre pertanto adeguare a queste ultime la legge ticinese. Il Consiglio di Stato propone quindi di abolire il regime autorizzativo cantonale per i fiduciari finanziari (gestione patrimoniale, consulenza negli investimenti…), dato che “saranno assoggettati alla vigilanza a livello federale”, ovvero alla vigilanza della Finma: sarà infatti l’Autorità federale che sorveglia i mercati finanziari ad autorizzare l’attività. Ma il governo non si è limitato ad adattare la LFid alle imminenti disposizioni volute da Berna. Al Gran Consiglio suggerisce anche il mantenimento del regime autorizzativo cantonale per le altre due categorie di fiduciari: i commercialisti e gli immobiliari. Se il parlamento seguirà l’Esecutivo, commercialisti e immobiliari per esercitare dovranno, come oggi, essere preliminarmente autorizzati dall’Autorità di vigilanza, organo previsto dalla LFid e indipendente dall’Amministrazione cantonale.
Elaborato in seno al Dipartimento istituzioni dalla Divisione giustizia, diretta da Frida Andreotti, il messaggio prima di venir licenziato dal Consiglio di Stato è stato posto in consultazione. Diversi gli enti che il governo ha interpellato: Federazione ticinese delle Associazioni di fiduciari, Autorità di vigilanza sulle professioni di fiduciario, Organismo di autodisciplina dei fiduciari del Canton Ticino, Associazione bancaria ticinese, Camera di commercio, Camera dell’economia fondiaria, Centro studi Villa Negroni, Ministero pubblico, Tribunale d’appello, Ordine degli avvocati e Ordine dei notai, Associazione consumatrici e consumatori della Svizzera italiana, Associazione inquilini, nonché i sindacati Ocst, Vpod, Sit, Unia e Uss. “In generale la proposta di revisione della legge viene accolta positivamente dagli attori consultati, che ne postulano il mantenimento per i fiduciari commercialisti e immobiliari, riconoscendo come il testo legi- slativo abbia creato trasparenza e certifi- cato la professionalità dei fiduciari, a tutto vantaggio dei clienti”, scrive l’Esecutivo. Una sola voce fuori dal coro: quella dell’Oad-Fct, l’Organismo di autodisciplina dei fiduciari, che ha chiesto l’abrogazione della LFid (vedi articolo sotto). Una legge che va invece mantenuta, afferma e ribadisce il capo del Dipartimento istituzioni. «Non è un’esigenza manifestata da questa o quella categoria, ma dalla stragrande maggioranza di quelle che sono state consultate – rileva Norman Gobbi, interpellato dalla ‘Regione’ –. La legge tutela non solo i fiduciari che operano correttamente, ma i clienti e dunque l’intera comunità. Del resto – aggiunge il consigliere di Stato – non sono mancate le sanzioni dell’Autorità di vigilanza nei confronti anche di fiduciari commercialisti o immobiliari che tali non erano, poiché privi dell’autorizzazione a esercitare. E se pensiamo ai procedimenti penali per reati finanziari, una buona fetta degli intermediari coinvolti era abusiva. L’autorizzazione inoltre certifica il possesso di titoli di studio e di competenze professionali».