– Fa stato il discorso orale –
Gentili signore, egregi signori
È per me un onore e un piacere intervenire a questa importante cerimonia per porgervi gli auguri in rappresentanza dell’autorità politica. È un onore rappresentare la Svizzera tutta, in qualità di Consigliere di Stato del Canton Ticino, minoranza linguistica e culturale del nostro Paese. Una scelta, quella del vostro Comando, che racchiude tanti significati e che mostra subito l’essenza della Svizzera e in parallelo l’essenza dell’Esercito: la volontà di esser uniti nonostante le differenze di religione, di lingua e più in generale di cultura. Essere uniti per garantire libertà e prosperità ai cittadini svizzeri.
La Svizzera, questa Willensnation, oggi più che mai ha bisogno di simboli forti per riaffermare la sua vocazione. L’Esercito è uno di questi simboli – anzi forse il simbolo più forte – che favorisce la nostra coesione nazionale.
Nel contesto di quanto sin qui detto, permettetemi di fare un parallelismo tra ciò che significano il Ticino e la minoranza linguistica italiana per la Svizzera e quanto rappresentate voi per l’Esercito.
Anche voi, come il Ticino, siete “piccoli”, nel senso che siete una categoria minoritaria rispetto alle altre componenti dell’Esercito. Ma anche voi, come il Ticino per la Svizzera, risultate indispensabili per il funzionamento stesso dell’Esercito.
Senza di voi – se pensiamo al tempo di guerra – nessuna attività potrebbe essere portata avanti. Nessuna chances di riuscita. Senza di voi – per rimanere nell’auspicato periodo di pace – qualsiasi scuola o servizio, a cominciare dal reclutamento, non potrebbe mai essere organizzato. L’indispensabilità della minoranza!
È per questo motivo che sono ancora più onorato di rivolgermi a voi. Ed è per questo motivo che anche voi dovete essere consapevoli e onorati del valore della vostra funzione all’interno dell’Esercito. Una funzione che nel corso dei secoli ha cambiato modalità di intervento grazie all’evoluzione della medicina: dalla farmacologia, alla traumatologia, dalla chirurgia, alla cardiologia, e via discorrendo. Ma come il medico di truppa nella battaglia di Solferino con Henri Dunant, o sulle navi da guerra, o nel corso dei due grandi conflitti mondiali era spesso l’unica àncora di salvezza per i soldati, oggi – voi – siete un punto di riferimento per i giovani e per tutti i militi del nostro Esercito.
Nella mia carriera nell’esercito fortunatamente non ho mai dovuto ricorrere all’intervento del medico militare. Conosco invece molto bene il suo ruolo e la sua importanza nel contesto di una scuola reclute o di un corso di ripetizione.
Siete un punto di riferimento, come detto, per i soldati. Con il vostro lavoro potete diagnosticare problematiche e risolverle prima che intervengano complicazione più gravi. Lo si constata soprattutto nel corso del reclutamento, delle entrate in servizio ma non solo. Siete un punto di riferimento durante le scuole reclute e nei corsi di ripetizione, quando il giovane in formazione chiede il vostro aiuto. Spesso per problemi fisici, talvolta anche per questioni personali, che richiedono quindi da parte vostra una buona conoscenza anche della psicologia, del comportamento umano. Chi dirige una scuola reclute o è alla testa di un servizio d’istruzione della formazione confida molto sul vostro lavoro. Lo dico non senza ironia: quante volte abbiamo vissuto con un po’ di terrore la possibilità di “fuga” dei militi prima di esercizi fisici o di una marcia!!! Di fronte alla cosiddetta Linea blu è indispensabile il rapporto di fiducia, accompagnato dall’alta professionalità richiesta al medico militare e dalla responsabilizzazione del milite. Credo che su questo fronte notevoli passi avanti siano stati fatti per sconfiggere quello spettro che spesso aleggia (ma io vorrei dire aleggiava) chiamato simulazione.
Anche qui il vostro ruolo è stato e sarà essenziale. All’interno della struttura militare voi godete di ampia autonomia. È un riconoscimento indispensabile del vostro ruolo di medico. E sono sicuro che saprete dimostrare ogni giorno la professionalità e la responsabilità a cui siete chiamati. Sapete che sarete chiamati anche a fare sacrifici: confido nelle vostre qualità di uomini e di professionisti e auspico che abbiate sempre come sostegno la convinzione personale di compiere un lavoro molto importante.
Oggi, al termine di questa cerimonia, l’Esercito svizzero si arricchisce di competenze, che voi portate direttamente grazie alle vostre qualità e alla vostra formazione civile. Nello stesso tempo anche voi – attraverso il contatto giornaliero con i giovani e con i militi – vi arricchirete di esperienze, approfondendo un bagaglio che vi permetterà di esercitare a ogni livello con il massimo profitto.
È l’augurio che sento di rivolgervi in questa giornata e al termine di una cerimonia che mette al centro il vostro successo, ma anche la vostra responsabilità. Allo stesso modo l’augurio va a tutta l’”istituzione Esercito”.
In tempi di cambiamenti ha saputo rimanere al passo con quanto gli ruota attorno, sia a livello nazionale, sia a livello internazionale. Ha fatto i sacrifici che una situazione finanziaria non prospera gli ha imposto, ma ha pure mantenuto elevata la sua qualità di istruzione e la sua capacità di intervento, sapendo integrarsi con i bisogni di una moderna necessità di sicurezza.
Dal Ticino, e a nome di tutta la Confederazione, sono quindi orgoglioso e grato di salutarvi, augurandovi il successo che meritate. Nello stesso tempo assicuro all’Esercito tutto il mio impegno nei ruoli che la carica politica mi permette di esercitare, affinché il nostro strumento di difesa nazionale continui a essere centrale per la democrazia e per la libertà del nostro Paese e dei suoi cittadini!