Articolo pubblicato nell’edizione di mercoledì 16 ottobre 2019 del Corriere del Ticino
Il Gran Consiglio ha dato il via libera all’aggregazione a quattro nonostante il voto negativo di Sessa, ribaltato da una petizione. Non era mai successo.
Una fusione coatta, ma «sui generis». Così è stata definita in Parlamento l’aggregazione nel nuovo Comune di Tresa anche di Sessa, dove la votazione consultiva per l’unione con Croglio, Monteggio e Ponte Tresa aveva dato esito negativo per una manciata di voti. Ma alla fine una petizione sottoscritta dai cittadini ha avuto un ruolo decisivo nel cambiare il risultato.
Il deputato Omar Balli ha sottolineato: «È una primizia nel panorama delle aggregazioni».
Sessa può abbracciare Tresa
Gran Consiglio decreta la nascita della nuova realtà istituzionale includendo il paese che alle urne aveva detto no. È stata decisiva anche la petizione raccolta dopo la vittoria dei contrari – Adesso in Ticino il Comune più piccolo per estensione è Muralto
C’è stato un battesimo ieri a Palazzo delle Orsoline. Il Gran Consiglio ha dato il via libera alla costituzione del Comune di Tresa, che unirà Croglio, Monteggio, Ponte Tresa e Sessa. Malgrado il voto popolare negativo di Sessa, che ha portato a un’aggregazione coatta, il Parlamento ha accettato la fusione a quattro con 69 sì, 5 no e 14 astenuti. Ad aver annunciato parere positivo sono stati Lega, PLR, PS e Verdi, mentre il PPD si è diviso fra favorevoli e astenuti. No di Più Donne. Ad aprire la discussione è stato Omar Balli (Lega), relatore del rapporto della Commissione Costituzione e leggi, che ha proposto l’aggregazione a quattro. «La maggioranza dei cittadini del comprensorio ha votato a favore e Croglio e Monteggio hanno detto sì pur sapendo che per loro il moltiplicatore d’imposta sarebbe aumentato dall’80% all’85%. Non è da tutti». Questo per dire che il consenso per il progetto di fusione era forte, nonostante il voto negativo di Sessa». Un responso infausto a cui però, ha concluso Balli, «è seguita una petizione pro aggregazione che ha raccolto il 55% degli iscritti a catalogo, cifra che supera i voti contrari nella votazione consultiva: una primizia per le aggregazioni».
«Coatta, ma sui generis»
Dunque è stata una fusione coatta ma «sui generis», come ha ricordato Marco Bertoli (PLR). «L’autodeterminazione è un valore fondamentale, ma non inalienabile. In talune circostanze è giusto privilegiare un bene superiore. La soluzione a quattro ha un pregio maggiore di quella a tre». Invece il PPD al momento del voto si è diviso. Maurizio Agustoni ha affermato che «il nostro partito è convinto della bontà del progetto. Però siamo contrari a qualsiasi fusione coatta per ragioni diverse dall’impossibilità di un Comune di continuare a camminare sulle proprie gambe, che non è il caso di Sessa. Tuttavia da sollecitazioni raccolte sul territorio, abbiamo maturato la convinzione che c’è un sufficiente consenso». Quanto al parere del PS, Nicola Corti ha sostenuto che «questa fusione lascia aperta una possibilità di scelta a chi oggi non sa barcamenarsi per il futuro, cioè le autorità di Astano».
«Garantiremo buoni servizi»
Secondo il democentrista Piero Marchesi, che è anche il sindaco di Monteggio e il principale referente politico del progetto aggregativo, «Tresa saprà garantire buoni servizi, un’amministrazione preparata e una prossimità che, grazie agli sportelli e alle commissioni di quartiere, porterà questi servizi alla popolazione, di cui sapremo cogliere le esigenze».
La medusa di Stephani
Il progetto ha avuto il sostegno anche dei Verdi, espresso in modo irrituale da Andrea Stephani, che ha mostrato la foto di una caravella portoghese. «È una sorta di medusa, che in realtà è un sifonoforo, ovvero non un solo animale, bensì quattro organismi diversi, specializzati e necessari alla sopravvivenza del super individuo». Il parallelismo con Tresa è evidente. Avrà quattro poli (Croglio scuola, Ponte Tresa istituzioni, Monteggio cura del territorio, Sessa cultura e svago). Più Donne invece, per bocca di Tamara Merlo, ha espresso un voto negativo alla fusione coatta, pur sostenendo che avrebbe accettato la proposta del Governo, ovvero la fusione a tre. Ciò nondimeno proprio il consigliere di Stato Norman Gobbi ha ricordato che «comunque il progetto a quattro è nato dal basso, dalla popolazione e non dal Cantone. Inoltre il Tribunale Federale ha confermato che il Gran Consiglio in materia di aggregazioni ha un ampio margine discrezionale, a differenza del Governo».
Si sposta un primato
La nascita di Tresa riduce di tre il numero di Comuni ticinesi (attualmente sono 115). Oltre a ciò, va ricordato che Ponte Tresa era il Comune più piccolo del Ticino per estensione territoriale (0,41 kmq). Il primato ora passa a Muralto (0,62 kmq).