Gli apparecchi saranno venduti sabato 5 ottobre a Lodrino alla giornata delle porte aperte della Polizia cantonale.
Renato Pizolli: «Per fare prevenzione un Comune o un cittadino potrebbe piazzarli in strada anche se sprovvisti di fotocamera»
Il prossimo 5 ottobre i più nostalgici potranno finalmente salutare per l’ultima volta i nove «vecchi radar fissi» che per anni sono stati l’incubo di molti conducenti ticinesi, e non solo. Mandate in pensione dai due apparecchi semi-stazionari il primo gennaio di quest’anno, le nove scatolette in metallo (rigorosamente private del cosiddetto flash) saranno infatti messe all’asta all’aerodromo di Lodrino durante la giornata di Porte aperte della Polizia cantonale.
La base d’asta è di cento franchi ma, essendo la prima volta che apparecchi del genere vengono messi in vendita, nessuno sa quanto gli appassionati saranno disposti a spendere per portarsi a casa il curioso oggetto.
Inoltre, bisogna considerare che l’oggetto all’asta è comprensivo di una palo di 3,5 metri e pesa circa 280 chili; non un acquisto da poco.
Il possibile motivo
Ma per quale motivo – si chiederanno in molti – qualcuno dovrebbe portarsi a casa un tale apparecchio? Una prima ipotesi a questo proposito ce l’ha data il portavoce della Polizia cantonale Renato Pizolli: «Ovviamente non possiamo saperlo con certezza. Ma una delle probabili opzioni – visto che l’apparecchio è sprovvisto di fotocamera e quindi non funzionante – è che qualcuno decida di comprarlo in un’ottica di prevenzione. Ad esempio, un’autorità comunale per piazzarlo nel proprio comprensorio». Qualcuno potrebbe addirittura acquistarlo per metterlo in giardino e far rallentare le vetture davanti a casa? «Non si può escludere», spiega Renato Pizolli che però tiene a precisare a tal proposito che «in questo caso si deve verificare con l’autorità comunale se è necessaria una licenza edilizia. Di principio ciò non è vietato dalla legge sulla circolazione stradale. Qualcuno – ci dice ridendo – potrebbe anche acquistarlo per una goliardata; per regolare qualche “conto in sospeso” con questo apparecchio. Ognuno, nei limiti della legge, ne farà ciò che vuole».
Tuttavia, sottolinea Pizolli, «è chiaro che se si installa nell’apparecchio un flash che accieca i conducenti, allora tutto cambia, perché disturba la loro guida».
Una festa con la popolazione
Detto dei radar, veniamo però alla giornata di Porte aperte della Polizia cantonale; un appuntamento durante il quale, ci spiega sempre Pizolli, le attività saranno numerose: «Ci saranno le dimostrazioni dei gruppi speciali d’intervento (le cosiddette teste di cuoio) e del servizio d’ordine, ovvero degli agenti che intervengono durante particolari manifestazioni (ad esempio un derby di hockey). Dimostrazioni che hanno anche una certa componente di spettacolarità. Ma soprattutto – prosegue il nostro interlocutore – ci saranno diverse postazioni interattive per mostrare e «toccare con mano» il lavoro quotidiano di praticamente tutti i reparti della Polizia». Ad esempio, spiega Pizolli, «la scientifica rappresenterà una scena del crimine, potranno essere rilevate le impronte digitali o vedere un macroscopio. Ci sarà anche lo stand espositivo sul cibercrimine dove saranno illustrate le diverse attività investigative e come il cosiddetto IoT o Internet delle cose impatti sulla nostra quotidianità e anche sulle attività inquirenti. Infine, tra le numerose attività, ci sarà anche la possibilità di fare il tiro al bersaglio con armi molto simili a quelle d’ordinanza (con una munizione evidentemente d’esercizio)».
Il tutto, ricorda il portavoce, «sarà animato dagli speaker di Radio3 che, provando anche loro le attività promosse, ci permetteranno di presentarci in maniera un po’ più leggera e raggiungere un pubblico più vasto».
Per i giovani
Insomma, attività per tutti; dagli adulti ai giovani e giovanissimi. E proprio a proposito di giovani, chiediamo a Pizolli, visti anche i recenti problemi a reclutare guardie di confine nel nostro cantone, se questo problema si presenta anche per la Polizia cantonale: «A differenza di altri cantoni che vivono questa problematica, in Ticino abbiamo un numero di candidature costante che ci permette di fare delle selezioni nelle quali possiamo veramente scegliere i candidati più adatti. Ma – precisa Pizolli – è un’attività costante quella di riuscire a comunicare con un pubblico più giovane. In questo, ad esempio, senso abbiamo recentemente attivato un canale Instagram della Polizia cantonale».