Il Tenente Colonnello Manuel Rigozzi è il nuovo presidente della Società Ticinese degli Ufficiali

Il Tenente Colonnello Manuel Rigozzi è il nuovo presidente della Società Ticinese degli Ufficiali

Da www.tio.ch
 
All’assemblea sono intervenuti anche il Capo dell’esercito Comandante di corpo Philippe Rebord e il presidente della Società Svizzera degli Ufficiali Stefan Holenstein

Il Ten Col SMG (tenente colonnello di stato maggiore generale) Manuel Rigozzi è stato designato per acclamazione nuovo presidente della Società Ticinese degli ufficiali (STU) in occasione dell’assemblea generale, tenutasi questa mattina a Locarno. Succede al Col Marco Lucchini, che nel suo discorso di commiato ha ricordato i momenti salienti dell’ultimo anno, sottolineando i numerosi eventi che l’hanno caratterizzato e «il costante impegno dell’ufficialità ticinese a difesa e promozione dei valori che fanno la forza del sistema elvetico».

Il presidente della Società Svizzera degli Ufficiali (SSU) Col SMG Stefan Holenstein, esprimendosi in italiano, ha salutato positivamente l’arrivo per la prima volta di una donna alla testa del Dipartimento della Difesa, della Protezione della Popolazione e dello Sport. Di fronte alle scelte urgenti e prioritarie che attendono il settore – a cominciare dal nuovo aereo da combattimento e dal rinnovo dell’armamento terra-aria – Holenstein ha invitato la politica a compiere uno sforzo ulteriore, non facendo mancare i mezzi finanziari necessari. Ma ha anche assicurato l’appoggio della SSU ai passi fin qui compiuti: «ora bisogna continuare risoluti, per salvare il nostro esercito di milizia».

Il consigliere di Stato Norman Gobbi, dopo aver espresso la sua posizione contraria alla nuova legge sulle armi, si è soffermato sull’incoraggiante presenza femminile alle Giornate informative sull’esercito; sugli impegni di rinnovamento e consolidamento che attendono le infrastrutture militari in Ticino; sul problema dell’italianità e delle lingue, con le difficoltà crescenti che si incontrano nell’inserire i giovani ticinesi in molti percorsi di formazione specialistici.

Piatto forte dell’assemblea è stata la relazione del Capo dell’esercito cdt di C (comandante di corpo) Philippe Rebord, che ha fatto il punto sui problemi d’attualità. Ha manifestato soddisfazione per la scelta del Consiglio Federale di destinare 8 miliardi (attingendo la budget orinario) all’aviazione e alla difesa terra-aria. Ha parlato di una «dimostrazione di fiducia della politica. Ora si tratta di salvaguardare il “pacchetto completo” sul cammino che lo attende». Tra le minacce ha evidenziato quella dei “cyberattacchi”. Una prima risposta è stata nell’avvio, «con successo», delle scuole reclute specializzate. «Ma bisognerà fare di più. Anche sul fronte delle riforme si sono compiuti passi avanti (attuazione dell’Ulteriore Sviluppo dell’Esercito, USEs), con l’aumento della prontezza, la migliore istruzione dei quadri, il completamento dell’equipaggiamento per le formazioni di impiego, la regionalizzazione di reparti e corsi».
Spina nel fianco rimane la questione del Servizio Civile, «che sottrae un numero crescente di giovani già incorporati. La revisione della legge è necessaria e urgente. La battaglia si annuncia difficile, anche perché è molto più facile “vendere” il servizio civile, con la sua immagine di utilità diretta e i vantaggi che porta al singolo (tempi, luoghi, modalità di svolgimento praticamente “a scelta”). È chiaro che servire lontano da casa, con i disagi della vita sul terreno, è una prospettiva molto meno allettante. Ma questo è e rimane un servizio essenziale per la sicurezza della collettività». E per la sicurezza, ha detto Rebord, «non esiste alcun servizio sostitutivo».

 

Articolo pubblicato nell’edizione di lunedì 20 maggio 2019 de La Regione

Manuel Rigozzi presidente della Stu
Lo ha eletto per acclamazione l’assemblea generale della Società ticinese degli ufficiali

La Società ticinese degli ufficiali (Stu) ha un nuovo presidente. È il tenente colonnello Manuel Rigozzi, che è stato designato alla carica per acclamazione dall’assemblea generale della Stu che ha avuto luogo sabato a Locarno.
Succede al colonnello Marco Lucchini, che durante il suo discorso di commiato ha ricordato, si legge in una nota diffusa dalla Stu, “i numerosi eventi che hanno caratterizzato l’ultimo anno, sottolineando il costante impegno dell’ufficialità ticinese a difesa e promozione dei valori che fanno la forza del sistema elvetico”. Numerosi gli ospiti, tra cui il presidente della Società svizzera degli ufficiali, il colonnello Stefan Holenstein. Il quale, di fronte alle scelte urgenti “che attendono il settore – a cominciare dal nuovo aereo da combattimento e dal rinnovo dell’armamento terra-aria – ha invitato la politica a compiere uno sforzo ulteriore, non facendo mancare i mezzi finanziari necessari”. Da Holenstein anche soddisfazione per l’arrivo di Viola Amherd alla testa del Dipartimento della difesa, della protezione della popolazione e dello sport. Presente pure il Capo dell’esercito, Philippe Rebord, il quale “ha manifestato soddisfazione per la scelta del Consiglio federale di destinare otto miliardi all’aviazione e alla difesa terra-aria. Una dimostrazione di fiducia della politica”. Ma ci sono anche minacce nuove, dalle quali occorre difendersi. E Rebord fa riferimento ai cyberattacchi: “Una prima risposta è stata nell’avvio, con successo, delle scuole reclute specializzate. Ma bisognerà fare di più”. Resta una “spina nel fianco” però, quella del servizio civile. “Sottrae un numero crescente di giovani già incorporati. La revisione della legge è necessaria e urgente”, rileva Rebord. “È chiaro che servire lontano da casa, con i disagi della vita sul terreno, è una prospettiva molto meno allettante. Ma l’esercito è e rimane un servizio essenziale per la sicurezza della collettività. E per la sicurezza non esiste alcun piano B”. Il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi si è dal canto suo soffermato “sulla presenza femminile alle Giornate informative, sul miglioramento delle infrastrutture in Ticino e sull’italianità e le lingue, con le difficoltà crescenti che si incontrano nell’inserire i giovani ticinesi in molti percorsi di formazione specialistici”.