“Il ruolo delle forze di sicurezza e militari nella lotta e nella prevenzione al terrorismo”
23 ottobre 2018, LAC Lugano
– Fa stato il discorso orale –
Gentili signore ed egregi signori,
stiamo attraversando un periodo storico non facile, stretti come siamo nella morsa di problematiche di varia natura che ci coinvolgono più o meno da vicino e più o meno a livello personale. La complessità e l’interconnessione sono ormai due costanti della nostra società.
Tra le preoccupazioni che contraddistinguono il mondo in cui viviamo c’è anche il terrorismo, argomento molto mediatizzato e che entra nelle nostre case quotidianamente.
Qualcuno obietterà che in Ticino il terrorismo non esiste, che non dovremmo preoccuparci per qualcosa che non c’è e che le priorità sono ben altre.
Si tratta di un punto di vista piuttosto diffuso, condivisibile però solo in parte. Da un lato, il nostro Cantone e la Svizzera hanno effettivamente la fortuna di non aver mai vissuto ciò che altre nazioni (alcune vicine a noi) hanno dovuto più volte patire. Alle nostre latitudini nessuno si sognerebbe mai di dire che siamo tra gli obiettivi delle organizzazioni terroristiche, anche se nel recente passato ci siamo trovati confrontati con alcuni casi di eco-terrorismo che siamo comunque stati capaci di affrontare nel modo opportuno. D’altro canto, sarebbe alquanto incauto starsene immobili e passivi, correndo il rischio di farci cogliere impreparati nel caso fossimo confrontati con un evento estremo. Niente e nessuno può garantirci la perenne incolumità. Purtroppo, non avremo mai la certezza che attacchi terroristici di portata drammatica non possano toccare anche noi. Non siamo immuni dagli attentati ora, esattamente come non lo eravamo in passato.
Dobbiamo pertanto vigilare. Ma dobbiamo anche stare molto attenti a non cedere all’immotivata o irrazionale paura, come subdolamente spera chi commette atti vigliacchi e violenti.
Proprio in quest’ottica, affinché la prevenzione sia efficace occorre che ognuno degli attori coinvolti collabori in modo proficuo con gli altri, facendo sistema. In questo contesto, le forze di sicurezza civili e militari ricoprono un ruolo di assoluta rilevanza. Non tutti ne hanno totale consapevolezza e questo è un po’ un peccato.
Il loro è spesso un lavoro oscuro, poco appariscente, ma puntiglioso, approfondito e soprattutto redditizio.
Se alle nostre latitudini conduciamo una vita sostanzialmente tranquilla, se avvertiamo una sensazione di generalizzata sicurezza, se passeggiamo per strada senza il timore che qualcosa di grave possa accaderci, lo dobbiamo anche a questi professionisti che senza alcun proclama ci guardano le spalle.
Affrontare la minaccia terroristica vuol dire impegnarsi su più fronti: alludo all’uso repressivo della forza così come alla citata prevenzione e alla sensibilizzazione.
Temi che saranno affrontati stasera da qualificati relatori e da cui, ne sono sicuro, emergerà la centralità della collaborazione tra le forze di sicurezza e quelle militari.
Non mi stancherò mai di ribadirlo: se vogliamo centrare i nostri obiettivi, dobbiamo unire le forze e collaborare in modo attivo e proattivo. Nulla va lasciato al caso e non ci deve essere spazio per l’improvvisazione. In un contesto tanto delicato e che pretende la nostra massima attenzione, occorre agire, mettere sul tavolo idee, essere dinamici.
Tra le misure che il mio Dipartimento ha proposto, e poi realizzato in collaborazione con il DSS e il DECS, c’è un portale per la prevenzione contro la radicalizzazione e gli estremismi violenti in Ticino. Lo stesso è il frutto del lavoro compiuto da una Piattaforma interdisciplinare formata da specialisti operanti nell’Amministrazione, nella Polizia cantonale, in Magistratura e già confrontati professionalmente con il fenomeno della radicalizzazione. Tema, quest’ultimo, sempre d’attualità nella lotta alle organizzazioni terroristiche. Il portale, che presenteremo nel dettaglio nelle prossime settimane, è una delle misure attraverso le quali intendiamo mettere in rete i vari attori della prevenzione in Ticino. Lo scopo è riunire tutte le richieste di informazione e di aiuto alla popolazione, per poi valutarle e predisporre le giuste misure di supporto, dando così vita a un meccanismo virtuoso di causa-effetto.
La minaccia terroristica va affrontata su più fronti e con differenti approcci e da oggi abbiamo a disposizione anche un nuovo valido strumento per ridurre l’esposizione alle intimidazioni e garantire maggiore sicurezza ai cittadini ticinesi.
Non viviamo in un Paese dove imperversa il terrorismo, non siamo soggetti ad attacchi sistematici e non siamo neppure nel mirino dell’estremismo, ma – e lo evidenzio ancora a chiare lettere – non bisogna commettere l’errore di ritenerci invulnerabili né tantomeno al di sopra delle parti.
Pertanto, e concludo, ben venga la collaborazione tra tutti gli enti chiamati a garantire giorno dopo giorno e capillarmente la sicurezza del cittadino, che è poi ciò che ci sta maggiormente a cuore.