Dal Mattino della domenica | Cambiano le modalità per la richiesta di un permesso per vivere o lavorare nel nostro Cantone. Si passa al modulo elettronico, ma con dei controlli più accurati e soprattutto con un contatto diretto con il richiedente. Questa settimana con il mio Dipartimento abbiamo presentato la riorganizzazione dell’Ufficio della migrazione, che sarà messa in atto durante il 2017. Una riorganizzazione che fa parte della manovra di risanamento del Governo, ma che è anche – e soprattutto – una risposta all’aumento degli stranieri che intendono vivere o lavorare sul nostro territorio.
L’evoluzione normativa rispetto agli stranieri, in particolare con l’introduzione nel 2002 dell’Accordo sulla libera circolazione delle persone, ha fatto sì che la popolazione straniera in Ticino negli ultimi anni sia fortemente aumentata (solo negli ultimi due anni, dal 2015 al 2016, le persone straniere residenti nel nostro Cantone sono passate da 97’937 a 100’658). Di conseguenza, sono aumentate anche le sollecitazioni dell’Ufficio della migrazione: nel 2016 le decisioni emesse sono state 75’774! Era quindi necessario attualizzare l’organizzazione dell’Ufficio della migrazione – che risale al 1954 – per far fronte alla crescita delle richieste e soprattutto per migliorare la qualità dei controlli effettuati.
Compito centrale dello Stato è garantire il controllo della popolazione presente sul nostro territorio, o che lo frequenta quotidianamente per lavoro. Proprio per questo motivo, in questi anni la procedura per la richiesta di un permesso ha subito diversi aggiornamenti. Un esempio è l’introduzione nell’aprile del 2015 della misura del casellario, voluta dal mio Dipartimento e che fino ad ora ha portato a negare o revocare il permesso a 64 criminali pericolosi. Una misura che ha dimostrato quanto sia importante analizzare con attenzione le richieste di permessi, per evitare che dei delinquenti vengano a vivere o a lavorare in Ticino!
La riorganizzazione, che si sviluppa in due fasi (la prima ad aprile e la seconda a settembre di quest’anno), prevede di migliorare notevolmente i controlli svolti durante la procedura di richiesta di un permesso, in particolar modo per chi intende stabilirsi o intraprendere un’attività nel nostro Cantone. Le domande riguardanti i permessi di soggiorno “B” e “L” o per frontalieri “G” con attività indipendente saranno infatti sottoposte a un’analisi approfondita, con la verifica del documento di identità del richiedente e un esame accurato del motivo del soggiorno e dell’effettiva attività in Ticino. In particolare, chi richiederà un permesso per lavoratori frontalieri dovrà presentarsi in uno dei vari posti di gendarmeria della Polizia cantonale, per evitare la possibilità che siano presentati eventuali documenti falsi.
L’obiettivo, con la riorganizzazione dell’Ufficio migrazione, è quindi di continuare su questa strada: approfondire l’analisi delle domande per evitare gli abusi, effettuando i dovuti accertamenti (fatti in alcuni casi direttamente nei posti di Polizia) e con un contatto diretto con i richiedenti. Il tutto con minori costi e con risposte più tempestive, evitando così che si crei una situazione per la quale chi è in attesa di una decisione da parte dell’Ufficio, frequenti quotidianamente il nostro Cantone senza un permesso e quindi senza un controllo puntuale (con l’Accordo di libera circolazione delle persone chi richiede un permesso può già infatti vivere o lavorare da noi, in attesa della decisione!). La nuova procedura permetterà inoltre di informare rapidamente i Comuni riguardo ai nuovi cittadini stranieri. Comuni che a loro volta potranno segnalare tempestivamente eventuali casi critici all’Autorità cantonale.
Si tratta quindi di ottimizzare le risorse pubbliche per far fronte alla necessità di risanare le finanze cantonali, ma si tratta soprattutto di cogliere l’occasione per intervenire dove necessario, adeguando i servizi a quanto richiesto dalla realtà odierna. Con la riorganizzazione dell’Ufficio della migrazione vogliamo dare una risposta a una necessità di tutti i ticinesi: la garanzia di un servizio di qualità, a favore della sicurezza sul nostro territorio.
Norman Gobbi – Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento delle istituzioni