Dal Corriere del Ticino | Verifiche in polizia per i frontalieri e colloqui personali con i dimoranti – Addio agli sportelli regionali
«La sensibilità elevata in materia non è solo politica, ma di tutti i ticinesi che in termini di permessi chiedono maggiore sicurezza». Anche così il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi ha motivato la riorganizzazione dell’Ufficio della migrazione, che nel corso del 2017 cambierà volto sul piano dell’ubicazione – con la chiusura dei 5 uffici regionali e la concentrazione nelle sedi di Lugano e Bellinzona – e della modalità di erogazione dei propri servizi. Un mutamento, questo, non solo legato al pacchetto di risanamento finanziario del Cantone – che si tradurrà in un risparmio di 800.000 franchi a regime sui 3 milioni totali conseguenti alla revisione delle diverse prestazioni dipartimentali – ma finalizzato a una gestione più efficace ed efficiente del rilascio dei permessi agli stranieri. «E parliamo di incarti in costante aumento gestiti però con risorse invariate» ha affermato Gobbi. Da qui il nuovo flusso nell’evasione delle richieste presentato ieri a Bellinzona. «Un sistema – ha spiegato – che garantirà una risposta più tempestiva al cittadino, a fronte degli attuali ritardi nell’evasione delle pratiche, e allo stesso tempo rafforzerà i controlli». Sì perché in futuro le richieste di permesso di domicilio C e per frontaliere G (dipendente) seguiranno una strada diversa da quella per i permessi per frontaliere G (indipendente) e di dimora B. I primi faranno capo agli uffici
di Bellinzona e saranno sottoposti a un controllo standard. I secondi, invece, a una verifica elevata che sarà svolta presso il Servizio nuove entrate a Lugano e che sfocerà in un colloquio personale «teso al controllo del documento di identità e delle reali intenzioni del soggiorno» ha precisato Morena Antonini, capo dell’Ufficio della migrazione. Le novità non finiscono però qui, in quanto la cessazione delle attività degli uffici regionali (da aprile Agno, da settembre gli altri) coinciderà con l’introduzione di una procedura online obbligatoria per tutti i richiedenti di un permesso. «Ci siamo accorti delle ore sprecate nella consulenza agli sportelli – ha indicato Gobbi –, mentre ora saranno i diretti interessati a dover compilare i moduli necessari e ad allegare la documentazione richiesta. Il tutto avendo sempre la possibilità di far capo al contact center e alle postazioni ad hoc installate a Bellinzona». Terminata la procedura online, i richiedenti di un permesso per frontaliere G (dipendenti) saranno oltretutto tenuti a recarsi presso una delle sedi della Polizia cantonale per un controllo personale del documento d’identità. In questo modo, ha sottolineato Gobbi, si vogliono evitare gli abusi tramite documenti contraffatti e promuovere un maggiore controllo sul territorio. «Ma i posti di polizia non saranno oberati» ha tenuto a chiarire Antonini, facendo riferimento alle «circa 40 richieste al giorno per permessi G registrate attualmente». Sono invece state 75.774 le decisioni totali emesse dall’Ufficio della migrazione nel 2016, a fronte di circa 8.700 domande in arretrato registrate al 31 dicembre.
(Articolo di M.S.)