Dal Giornale del Popolo | Riforma III delle imprese – Ecco la strategia del Governo
Aliquota abbassata al 6%, moltiplicatori differenziati per i Comuni e maggior sostegno per famiglie con figli.
Sono quattro gli assi di intervento all’interno di un pacchetto di misure «equilibrato» pensate dal Consiglio di Stato per rispondere alla sfida della Riforma III dell’imposizione delle imprese. In votazione il prossimo 12 febbraio, la Riforma nasce dalle pressioni dell’OCSE e mira ad abrogare i regimi fiscali a statuto privilegiato. Solo nel nostro Cantone sono 1.355 le società di questo tipo – pari al 4,5% del totale – e generano un gettito di 165,6 milioni di franchi, ossia il 20% del gettito totale delle persone giuridiche. Queste stesse società, come ha sottolineato il direttore del DFE Christian Vitta si caratterizzano per un’elevata mobilità.
Facile quindi che, di fronte a condizioni economiche mutate, possano decidere di lasciare il Ticino per lidi fiscalmente più favorevoli. Così fosse, secondo le prime stime calcolate dal DFE, sul periodo 2019-2028 è ipotizzabile una riduzione media del gettito cantonale tra i 25 e i 35 milioni di franchi. Ma molto, come ha ribadito Vitta, dipenderà dal comportamento dei contribuenti. Per questo risulta fondamentale mettere in campo una strategia in grado di mantenere il Ticino attrattivo, soprattutto di fronte alle strategie «aggressive», come le ha definite il consigliere di Stato, ideate dagli altri Cantoni. Ecco allora la ricetta messa a punto per mantenere il Cantone competitivo. In primis ci sono delle misure a carattere federale, come il cosiddetto patent box, ossia un’esenzione massima del 90% degli utili relativi a diritti di brevetto, imputabili alle spese di ricerca. Il Governo intende inoltre defiscalizzare coloro che investono nelle start-up innovative.
Le imprese
A livello cantonale (secondo asse) si mira a ridurre l’aliquota sull’utile delle imprese dall’attuale 9% al 6%. Così facendo, l’onere fiscale complessivo diminuirà per le aziende dal 19,8% al 16,2%. Ma c’è di più perché le aziende potranno beneficiare di altre misure puntuali che permetteranno di attenuare ulteriormente l’onere fiscale, fissandolo al 14% (per i Comuni con moltiplicatore inferiore al 100% si scende al 13%). Una soglia che, ha ribadito Vitta, permetterebbe al Ticino di concorrere con i Cantoni di Ginevra e Vaud, dove la soglia è al 13-14%. Da menzionare pure l’introduzione del computo parziale dell’imposta sull’utile nell’imposta sul capitale: in pratica, le società che realizzeranno utili potranno beneficiare di un’esenzione totale o parziale dell’imposta sul capitale. Per contro, in modo che qualche franco rientri nelle casse cantonali, si andrà piuttosto a colpire le persone fisiche tramite una riduzione della percentuale di sgravio applicata all’imposizione parziale dei dividendi da partecipazioni qualificate presso gli azionisti.
I Comuni
La Riforma III toccherà pure i Comuni, che hanno già manifestato qualche preoccupazione. Per questo, ha evidenziato il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi, è bene che vengano coinvolti nel progetto tramite apposite misure. Ed ecco quindi una grande novità: i Comuni avranno la possibilità di applicare un moltiplicatore differenziato per le persone fisiche e quelle giuridiche (senza tuttavia superare il 10% di differenza tra i due), alla stregua di quanto già avviene nel Canton Soletta, in modo da compensare i potenziali effetti negativi della Riforma su quei territori che ospitano diverse e importanti realtà industriali. Allo stesso modo è in atto, all’interno del progetto di Ticino2020, una riflessione volta a ridurre gli anni di computo per il calcolo del gettito medio di riferimento, in modo da meglio regolare il flusso tra Comuni riceventi e paganti.
La socialità
Ma la Riforma vuole essere anche attenta alla socialità, come ha spiegato il presidente del Governo e direttore del DSS Paolo Beltraminelli. Il sostegno, indirizzato soprattutto al ceto medio, ha spiegato Beltraminelli, sarà basato su quattro pilastri: aiuto alle famiglie dopo la nascita del primo figlio, estensione degli aiuti per strutture di accoglienza (asili nido, famiglie diurne), sostegno ai familiari che curano un congiunto e incentivazione delle misure di inserimento o reinserimento professionale. A favore della politica familiare e sociale saranno destinati 20 milioni, che potrebbero successivamente ammontare a 27. Come? Si preleverà un contributo supplementare (dello 0,15%) dalla massa salariale a spese dei datori di lavoro e che verrà riversato per il sostegno alle famiglie. Ecco quindi la necessità di continuare «il positivo clima di dialogo instaurato con le imprese» nell’ottica di un nuovo partenariato. Se da un lato infatti le aziende saranno sgravate, dall’altro verranno chiamate a contribuire alla socialità che, ha evidenziato Beltraminelli, «non può essere unicamente finanziata dal Cantone».
Insomma, quello presentato dal Governo, che dovrebbe sfociare in un messaggio nel giugno del 2017, vuole porsi quale «soluzione equilibrata» per garantire «parità di trattamento fiscale per le imprese, competitività e capacità innovativa per il Ticino, mantenimento e creazione dei posti di lavoro» ma pure un «riorientamento della politica famigliare e sociale». Presto per capire se vi sarà l’unanimità dei consensi all’interno dell’Esecutivo. Per ora, ha ribadito Beltraminelli, è emersa «l’apertura di tutti» per entrare nel dettaglio. Molto, però, dipenderà dall’esito della votazione. «Se non passa la Riforma in votazione», ha spiegato Vitta, «si andrà incontro a una fase di forte incertezza politica e, privi di un’adeguata programmazione, il Ticino corre il rischio di restare l’ultima ruota del carro». Col nuovo anno poi, ha spiegato Vitta, l’intenzione è di chinarsi sulla modifica della Legge tributaria.
Le reazioni politiche
Non si sono fatte attendere le prime reazioni politiche. Il PLR in una nota esprime il plauso al Governo per le misure elaborate, sottolineando come la riduzione dell’onere fiscale e gli incentivi mirati alle start-up innovative «costituiscono in questo senso delle misure chiave per aumentare l’attrattività del Cantone quale sede di imprese», definendo pure «un tassello importante» le misure di sostegno alla formazione e le iniziative per la politica familiare. Da parte sua, invece, il PS ritiene che le proposte del consigliere di Stato Vitta «dimentica i ticinesi in difficoltà», esprimendo inoltre il proprio disaccordo col fatto che il direttore del DFE abbia «approfittato» della carica pubblica «per fare campagna in assenza di contraddittorio».