Da laRegione | Approfondiremo il tema alla luce delle esperienze internazionali di prevenzione e di contrasto’. Il tema cui allude il comandante della Cantonale è la tratta di esseri umani al centro della Conferenza Interpol da oggi a Lugano.
La tratta di esseri umani «è una forma moderna di schiavitù e costituisce una grave violazione dei diritti dell’uomo: è un fenomeno mondiale e durante questo incontro approfondiremo il tema alla luce di esperienze di prevenzione e di contrasto scaturite dall’impegno delle forze dell’ordine di tutti e cinque i continenti». Il comandante della Polizia cantonale Matteo Cocchi spiega così l’obiettivo della Conferenza Interpol che, come annunciato qualche giorno fa dal Dipartimento istituzioni, si apre oggi a Lugano, dove si chiuderà venerdì («Oltre duecento i partecipanti»). Al centro dei lavori, la lotta alla tratta degli esseri umani. A quella che Cocchi definisce «una piaga», che non risparmia «la Svizzera e il Ticino». Come Polizia cantonale, aggiunge, «siamo chiamati a dare il nostro contributo in base a una strategia che prevede, sul piano internazionale, una sempre maggiore cooperazione fra i Paesi di destinazione e di transito e i Paesi di origine delle vittime della tratta».
La Polizia cantonale come si è organizzata per contrastare questa piaga?
Il Ticino quale porta sud della Confederazione è da sempre una regione di transito delle genti. Già negli anni Novanta, con la guerra nei Balcani, siamo stati confrontati a più riprese con il fenomeno della tratta. Un fenomeno presente anche dopo il citato conflitto e contro il quale continuiamo a lottare. Nel 2005 abbiamo dato vita alla Teseu, ovvero la Sezione tratta e sfruttamento di esseri umani. Formata da agenti della Polizia giudiziaria e della Gendarmeria, si occupa di inchieste riguardanti principalmente la tratta e altri reati che possono essere connessi ad essa: promovimento della prostituzione, usura e infrazione alla Legge federale sugli stranieri.
Comandante, in quali ambiti si manifesta in Ticino la tratta o lo sfruttamento di esseri umani?
Negli ambienti della prostituzione lo sfruttamento di giovani donne, perlomeno di una parte di loro, non esiste certo da oggi. Casi di sfruttamento si sono registrati anche in settori economici come l’edilizia. Negli ultimi anni è tornato alla ribalta il fenomeno dei passatori, che lucrano sulla vulnerabilità dei migranti alla ricerca di migliori condizioni di vita. A questo proposito è stata istituita nel settembre dello scorso anno un’unità investigativa interforze, denominata Girp, dedita proprio alla lotta contro le reti criminali dei passatori. Teseu e Girp collaborano strettamente nel contrastare la tratta di esseri umani. Dietro alla quale si celano organizzazioni criminali internazionali, sempre pronte a sfruttare la fragilità dei più deboli per arricchirsi.
La migrazione alimenta quindi la diffusione della tratta?
Certamente e ne abbiamo avuto la riprova, tanto a livello cantonale quanto a livello internazionale, con la recente ondata migratoria. Le forze dell’ordine svizzere e quelle degli altri Paesi europei si sono trovate nuovamente alle prese con i trafficanti di esseri umani. I migranti sono infatti particolarmente a rischio, poiché al di fuori del loro Paese e del loro sistema giuridico diventano molto più vulnerabili.
Sul piano internazionale l’azione di contrasto alla tratta funziona o le diverse legislazioni nazionali costituiscono (ancora) un ostacolo?
I differenti ordinamenti giuridici generano sicuramente delle difficoltà. È perciò di estrema importanza incentivare la collaborazione fra ‘addetti ai lavori’: il convegno di Lugano va in questa direzione. E ciò grazie a istituzioni come l’Interpol, organizzazione voluta per lottare contro il crimine internazionale attraverso un’intensa cooperazione tra le forze di polizia dei vari Paesi.
‘Occhio ai potenziali terroristi infiltrati nei flussi di rifugiati’
Comandante Cocchi, lei è reduce da un convegno in Portogallo dei responsabili europei delle forze speciali di polizia in occasione del quale si è discusso anche di terrorismo. Quali legami ci sono fra quest’ultimo e la tratta di esseri umani?
Il problema dell’infiltrazione di potenziali terroristi nei flussi migratori non deve essere sottovalutato. Anche se quello dei flussi migratori non costituisce il ‘canale’ prioritario da loro utilizzato per raggiungere l’Europa, alcuni casi, al centro delle indagini concernenti gli ultimi attentati, confermano l’esistenza di questo problema. Al quale del resto anche il nostro Paese pone particolare attenzione: come Polizia cantonale collaboriamo con i nostri partner federali – Guardie di confine, Polizia federale e Segreteria di Stato della migrazione –affinché i migranti in entrata in Svizzera siano sottoposti a opportuni controlli di sicurezza.
Come indicato dal Dipartimento istituzioni, la “quarta Conferenza globale Interpol” si tiene per la prima volta in Svizzera: l’evento è organizzato dalla Polcantonale in collaborazione con l’Ufficio federale di polizia…
Ovviamente l’occasione di poter accogliere nel nostro cantone un simposio di valenza mondiale non capita tutti i giorni. L’Ufficio federale di polizia ha chiesto la nostra disponibilità a ospitare in Ticino la Conferenza Interpol sul tema della tratta di esseri umani: sia il direttore del Dipartimento Norman Gobbi che il sottoscritto hanno risposto subito affermativamente, coscienti dell’impegno organizzativo che un simile evento avrebbe comportato per la Polizia cantonale.