Dal Corriere del Ticino del 3 agosto 2016 | Il centro servirà a ospitare i profughi che trascorrono una notte in Ticino in attesa di riammissione semplificata. Tra le possibilità al vaglio anche un fabbricato a Rancate – Drastico l’aumento di clandestini respinti ai valichi
Le tre Protezioni civili aperte nel distretto per far fronte all’emergenza migranti che sta toccando il Ticino e in particolare il Mendrisiotto in queste settimane non rappresentano più una risposta adeguata. Per affrontare la situazione che si è creata lungo il confine il Consiglio di Stato ha dunque pensato ad una soluzione alternativa: una struttura unica per l’accoglienza temporanea dei migranti in attesa di riammissione semplificata, capace di accogliere oltre 150 persone contemporaneamente.
A comunicarlo con una nota diffusa ieri pomeriggio è il Dipartimento delle istituzioni che chiarisce come il dispositivo messo a disposizione con le tre protezioni civili «era inizialmente pensato per alloggiare fino a 150 ospiti unicamente durante il fine settimana e in maniera del tutto straordinaria. A partire dal primo luglio l’apertura di queste strutture protette si è invece resa necessaria in modo permanente in ragione di un aumento delle richieste d’alloggio. Da qui l’esigenza di trovare una soluzione sostenibile nell’ottica di una gestione costante d’importanti flussi giornalieri di migranti».
«Quest’anno siamo confrontati con un fenomeno nuovo – sottolinea il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi -, i migranti che arrivano al confine ormai non chiedono quasi più asilo in Svizzera, perché vogliono proseguire il loro viaggio verso il nord Europa. È una situazione nuova che ci costringe a trovare nuove soluzioni per le persone che devono essere riammesse in Italia ma che prima di farlo devono essere trattenute in Ticino una notte». Negli ultimi 4 giorni ad esempio i nuovi arrivi in Ticino sono stati oltre 700, e le persone che hanno alloggiato per una notte nelle strutture della PCi di Coldrerio, Chiasso e Vacallo sono state circa 400. La scorsa settimana gli arrivi al confine sono stati 1.349, in media con i dati dell’ultimo mese, i respingimenti hanno invece superato per la prima volta le mille unità e sono stati 1.102 (quasi 300 in più della settimana precedente). «Le Protezioni civili che accolgono attualmente i migranti in attesa di essere riammessi in Italia si trovano in centro paese o vicino alle scuole – prosegue Gobbi -, tra meno di un mese riprende l’anno scolastico e dobbiamo trovare una soluzione che ci permetta di evitare potenziali situazioni di conflitto. Con la creazione di un centro unico non vogliamo aumentare la capacità, ma garantire la sicurezza. Non bisogna dimenticare che visto che non si tratta di richiedenti l’asilo, tutti i costi relativi ai migranti da riammettere in Italia attualmente sono coperti dal Cantone».
I tempi stringono, l’idea è infatti di rendere agibile la struttura prima dell’inizio delle scuole, lasciando i tre centri della PCi di supporto al fabbricato, nel caso in cui i migranti fossero così tanti da necessitare ulteriori spazi per il loro alloggio. E resta un grande interrogativo. Non è infatti ancora chiaro dove sorgerà il nuovo centro, che dovrebbe trovare spazio in un capannone già esistente. La sola certezza è che sarà nel Mendrisiotto.
Le prospettive
Tra le possibilità al vaglio, vi sarebbe una soluzione che interessa una struttura situata nella zona industriale di Rancate. «Il Municipio – afferma il vicesindaco e responsabile del dicastero Sicurezza Samuel Maffi – è stato subito informato di questa possibilità ed è in contatto a questo proposito con il Cantone da un paio di settimane. Il progetto è stato preavvisato favorevolmente dalla Città, che ha dato la sua piena disponibilità per affrontare la situazione, a patto che vengano rispettate delle condizioni relative alle responsabilità in materia di polizia del fuoco, sicurezza interna ed esterna al centro e in merito alla Legge edilizia». Sia che il centro venga realizzato sul territorio di Mendrisio o in un altro Comune, il Consiglio di Stato dovrebbe infatti adottare una clausola d’urgenza per destinare gli spazi all’accoglienza temporanea dei migranti.
Ad ogni modo, rassicura Maffi, il centro non creerà nessun tipo di disagio: «Si tratta di una struttura temporanea per l’accoglienza di migranti che non chiedono asilo ma vorrebbero solo attraversare il Paese per dirigersi verso nord e vengono quindi riportati alla frontiera. La possibile struttura identificata sul territorio di Mendrisio non si trova in una zona sensibile e rimane discosta e lontana dall’abitato. Se dovesse essere scelto di realizzare il centro a Mendrisio – conclude Maffi – questo non sarà di disturbo alla popolazione».
La richiesta di aprire questa struttura è ora stata inoltrata a Berna, da cui si attende una risposta entro la fine della settimana. In seguito sarà presa una decisione sull’ubicazione.