Dal Giornale del Popolo del 13 luglio 2016
Intercettati ieri 60 profughi a Bellinzona, mentre alcuni profughi eritrei sono accampati alla stazione di Como – Norman Gobbi: «Siamo vigili, ma non siamo all’emergenza»
La pressione dei migranti al confine sta crescendo e con essa i casi eclatanti, come quello emerso l’altro giorno, ovvero il profugo eritreo che è stato trovato nascosto dentro una valigia (vedi correlati), sopra un treno, e quello di ieri, in cui, sempre a bordo di un convoglio ferroviario, transitato per la stazione internazionale di Chiasso, sono stati intercettati una sessantina di migranti (vedi correlati). Quasi tutti, anche loro, erano di cittadinanza eritrea, tra cui donne e minorenni.
Erano evidentemente molti, troppi e quindi le autorità sono state costrette a farli scendere nella capitale ticinese e non nelle cittadina di confine, dove sono stati successivamente condotti comunque, con un torpedone, per verificare chi di loro avesse diritto a rimanere o meno in suolo elvetico, presso il centro di registrazione e procedura (CRP). Ma per capire che gli arrivi siano in aumento non servono i conteggi, che comunque vengono effettuati costantemente dalla Polizia e dalle Guardie di confine, bensì basta farsi un giro negli scali ferroviari di Milano Centrale e di Como San Giovanni, presso i quali ormai decine e decine di profughi dormono in campi improvvisati e molti di loro avrebbero già provato più volte ad attraversare il confine. Un fatto che ha spinto alcune testate di oltreconfine (nello specifico il sito de LaRepubblica) a scrivere che di fatto ormai le autorità svizzere non farebbero passare più alcun migrante, da almeno una settimana. Un’accusa che è ovviamente priva di fondamento.
«La situazione a Chiasso evidentemente è molto seria», ha spiegato il Direttore del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi, «ma questo non cambia i nostri doveri, ovvero chi ha diritto a chiedere asilo politico viene ammesso e gli altri vengono respinti. La settimana scorsa i migranti non ammessi sono stati ben i due terzi di quelli intercettati. Ciò è sicuramente dovuto al fatto che in Italia non c’è una presa a carico sistematica di queste persone», ha continuato Gobbi, il quale ha ribadito come «tra i profughi che arrivano attualmente non ci sia nemmeno un siriano che scappa dalla guerra. Comunque per noi la situazione è ancora gestibile e infatti non è stato decretato il livello d’allerta massimo. Quanto accadrà nelle prossime settimane ovviamente dipende dall’evoluzione degli sbarchi sulle coste italiane».
Quanto all’episodio di ieri, ha precisato il direttore del DI, «è la prima volta in assoluto che vengono intercettati 60 migranti in un colpo solo sopra un treno, perciò i nostri agenti hanno deciso di trattenerli fino all’arrivo a Bellinzona, vista la lunghezza dei controlli, e successivamente di accompagnarli a Chiasso, affinché non si disperdessero sul territorio entrando nell’illegalità».