Dal Mattino della Domenica del 22 maggio 2016
Un’iniziativa pericolosa e controproducente
Tra i temi sui quali il Popolo svizzero dovrà esprimersi il prossimo 5 giugno 2016 vi è anche quello relativo all’iniziativa popolare “A favore del servizio pubblico”. Un titolo che è tutto un programma, dato che può essere interpretato in diversi modi: chi di noi infatti non ha a cuore la qualità del nostro servizio pubblico? Un titolo del genere ha tutto per risultare seducente agli occhi dei cittadini, in particolare quelli provenienti da Cantoni periferici come il Ticino, che negli anni ha dovuto subire pesanti conseguenze occupazionali a causa del ridimensionamento delle ex regie federali. Un aspetto maggiormente sentito dagli abitanti delle nostre valli, come posso testimoniare in prima persona, che hanno visto sparire alcuni servizi federali storici presenti sul territorio.
Se leggiamo con attenzione il testo in votazione ci accorgiamo però come questa iniziativa sia un mero specchietto per allodole. Vietare alle FFS, alla Swisscom e alla Posta di conseguire profitti non significa affatto favorire il servizio pubblico, anzi! Con questa iniziativa, come vogliono far credere i suoi fautori, non aumenteranno i posti a sedere sui treni né riapriranno gli uffici postali nei villaggi delle nostre valli. Gli abbonamenti per il cellulare non costeranno meno, la rete internet superveloce non arriverà fino a Fusio e i treni non saranno più puntuali. Il risultato, se questa iniziativa dovesse essere approvata, sarebbe al contrario una drastica riduzione delle risorse finanziarie a disposizione di queste aziende, con il rischio di un’ulteriore riduzione dei servizi e dunque anche dei posti di lavoro. Questo proprio in un momento di difficoltà per l’economia ed il mercato del lavoro ticinesi. Per la serie: oltre al danno la beffa! Al di là dei margini di miglioramento in alcuni settori che nessuno nega, il servizio offerto oggi ai cittadini svizzeri rappresenta un’eccellenza a livello mondiale; un’eccellenza che molti cittadini di altri Paesi ci invidiano!
L’iniziativa rischia dunque paradossalmente di mettere in ginocchio il servizio pubblico, con FFS, Swisscom e La Posta che si ritroverebbero nella situazione di non poter conseguire profitti. Un obiettivo tanto inviso alla sinistra – al solito schierata ideologicamente sulle sue posizioni – che rappresenta uno stimolo per queste aziende alfine di migliorare la qualità del servizio così come l’efficienza dell’utilizzo delle risorse, evitando sprechi di denaro pubblico. Senza utili queste aziende non potrebbero inoltre continuare ad investire in modo importante nell’economia svizzera come hanno fatto finora. Prendiamo ad esempio la Posta, che ogni anno acquista prestazioni da oltre 12’000 fornitori per un totale di 3,3 miliardi di franchi. E quasi tutti questi fornitori sono svizzeri! Senza dimenticare poi che queste aziende occupano complessivamente 106’000 persone e formano ogni anno circa 4’300 apprendisti. Posti di lavoro che verrebbero minacciati da questa iniziativa. Non da ultimo, quest’ultima avrebbe delle conseguenze negative per le casse pubbliche: basti pensare che, solo nel 2014, le aziende di servizio pubblico hanno versato allo Stato 1,3 miliardi di franchi! Mettere a rischio queste risorse significa giocare una scommessa azzardata, della quale a pagarne il prezzo saranno alla fine tutti i cittadini elvetici, specialmente quelli dei Cantoni periferici come il Ticino. Per tutti questi motivi, ma soprattutto per continuare a garantire la qualità del nostro servizio pubblico, è importante dire «NO» il 5 giugno all’iniziativa «A favore del servizio pubblico». Un’iniziativa dal titolo fuorviante, un’iniziativa pericolosa per tutti i cittadini!