Discorso che ho pronunciato in occasione in occasione dell’Assemblea generale ordinaria dell’Ordine degli avvocati, 19 maggio 2016
Signor Presidente,
Signori Magistrati,
Gentili signore, egregi signori avvocati,
è per me un grande piacere portare il saluto del Consiglio di Stato e del Dipartimento delle istituzioni alla vostra Assemblea generale ordinaria e vi ringrazio anche quest’anno per il vostro cortese invito.
La vostra Assemblea è un momento privilegiato di dialogo e di scambio d’informazioni – al quale do sempre volentieri seguito. Un’occasione imperdibile durante la quale ho la possibilità di darvi una panoramica dei progetti in corso nell’ambito della giustizia – ma non solo! – e di condividere con voi gli sviluppi relativi a quei campi d’attività che toccano da vicino il vostro operato. Ci tengo a sottolineare che non si tratta dell’unico momento di scambio con l’Ordine degli avvocati. La collaborazione anche nel corso dello scorso anno è stata valida e preziosa. In questo contesto mi preme mettere in evidenza l’ottima collaborazione che si è creata tra la Direzione delle Strutture carcerarie cantonali e l’Ordine degli avvocati per il tramite del suo Presidente. Mi riferisco in particolar modo al recente accordo raggiunto per quel che concerne il tempo massimo giornaliero da concedere ai prevenuti per parlare con il loro patrocinatore e alle modalità comunicative in caso di urgenza. Mi sono giunti importanti segnali di soddisfazione relativi al rapporto con gli avvocati difensori, che riescono a lavorare nel pieno rispetto delle disposizioni – anche per certi aspetti rigide – volute dalla Direzione delle nostre carceri.
Un’ottima collaborazione quindi, non solo con il sottoscritto ma anche con i miei funzionari dirigenti e in particolar modo con la Divisione della giustizia.
Divisione che da febbraio può contare su una nuova responsabile: Frida Andreotti è, infatti, la nuova Direttrice che ha sostituito Giorgio Battaglioni alla testa della Divisione.
Cambiano le persone ma non cambiano i buoni auspici né l’intenzione di continuare a collaborare in modo proficuo ed efficace con l’Ordine.
Nelle scorse settimane, con questo spirito, la nuova Direttrice ha inviato all’attenzione del vostro Presidente una lettera in cui lo ha informato sulla manovra di risanamento delle finanze cantonali presentata il 26 aprile dal Governo in corporae ai media.
Scopo della manovra è quello di migliorare il precario stato di salute dei conti dello Stato raggiungendo il pareggio di bilancio entro il 2019.
Questo significa recuperare 180 milioni: ogni Dipartimento in questo senso ha fatto la sua parte e ha trovato al suo interno una serie di misure – attualmente al vaglio del Gran Consiglio – da aggiungere al pacchetto di risanamento.
Alcune di queste misure vi toccano più da vicino, per questo motivo vi sono state illustrate nel dettaglio una volta reso pubblico il progetto.
Mi soffermerò brevemente su alcune anche stasera.
Anzitutto mi preme mettere l’accento sulla riorganizzazione delle giudicature di pace.
Un progetto confermato nell’ambito del risanamento ma che non è una novità.
Si tratta difatti di un tema già approfondito nell’ambito del progetto “Giustizia 2018”.
Cosa andremo a cambiare?
Sostanzialmente ridurremo il numero delle giudicature di pace, verrà soppressa la figura del giudice di pace supplente e il sistema retributivo sarà adeguato di conseguenza.
Colgo l’occasione per ribadire l’impegno del Governo e del Dipartimento nel voler proseguire con il progetto che vuole rivedere l’assetto della giustizia del nostro Cantone nell’ottica di offrire un servizio di qualità assicurando il rispetto del principio della trasparenza nei confronti dei nostri cittadini ma anche di tutti gli addetti ai lavori.
Un cantiere, quello della giustizia ticinese, che, ribadisco – come fatto lo scorso anno in questa sede – sta andando avanti grazie anche – e soprattutto – grazie alla vostra collaborazione e al vostro impegno che non avete mai negato.
Di questo ve ne sono davvero grato.
Dopo questo breve excursus su “Giustizia 2018” riporto il focus sul risanamento delle finanze cantonali e in generale su altre riorganizzazioni che abbiamo inserito come misure da attuare nel corso della legislatura.
Riorganizzazioni di alcuni settori come quello delle esecuzioni, dei fallimenti e dei registri.
Riorganizzazioni che oltre a contribuire al raggiungimento del pareggio dei conti perseguono pure l’obiettivo di migliorare significativamente il servizio offerto alla cittadinanza e agli addetti ai lavori ottimizzando al contempo le risorse a disposizione.
Un tema, quello delle riorganizzazioni, al quale credo e a cui ho sempre dedicato attenzione da quando sono entrato in Consiglio di Stato.
Un aspetto di fondamentale importanza a cui l’amministrazione pubblica non può e non deve sottrarsi per stare al passo con i tempi e rispondere puntualmente e tempestivamente alle nuove esigenze di tutta la popolazione dettate soprattutto dal contesto di continua evoluzione – soprattutto tecnologica – nel quale ci situiamo oggi.
Altri cantieri, altre sfide ci attendono quindi nel corso della corrente legislatura.
Sfide anche ambiziose – non lo nego – ma sulla cui riuscita sono fiducioso di poter contare, ancora una volta, sullo scambio d’opinioni con il vostro Ordine all’insegna del dialogo e della trasparenza. Essendo la manovra per risanare le finanze il centro dell’attività del Governo ho ritenuto di dover ribadire e approfondire anche in questa sede alcune sfaccettature. Sono tuttavia cosciente che le carte sul tavolo, anche da parte vostra, sono numerose e – lo sottolineo – saranno affrontate. In questo senso la Direttrice della Divisione della giustizia vi ha dato la sua disponibilità ad approfondire alcune considerazioni sul tema dell’avvocatura di Stato sollevate lo scorso mese di febbraio alla nostra attenzione.
Per poter raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati tutti gli attori coinvolti, Istituzioni comprese, devono fare la loro parte. Per poter arrivare all’ambizioso e storico traguardo che ci siamo prefissati serve oltre alla vostra preziosa e valida cooperazione anche – e soprattutto – una presa di coscienza collettiva. Confido che anche in futuro continueremo a mantenere dialogo e condivisione quali principi fondati delle nostre interazioni.
“Nostre” intese come delle istituzioni e non solo e unicamente del sottoscritto.
A questo proposito tengo a riformulare i miei ringraziamenti a voi tutti partendo dal vostro Presidente, dai membri del Consiglio e da tutti gli altri affiliati coinvolti.
Vi ingrazio per l’attenzione.