Da Giornale del Popolo l Negli scorsi giorni camminavo per il centro di Bellinzona, quando ho incontrato un amico dei tempi del liceo con la sua giovane famiglia. Essendo nato e cresciuto nella regione, dopo i saluti di rito, la discussione è caduta inevitabilmente sull’aggregazione del Bellinzonese. Manca poco infatti, al 18 ottobre, quando le cittadine e i cittadini di 17 Comuni saranno chiamati ad esprimersi sul progetto aggregativo. Il mio compagno di banco di 20 anni fa è favorevole all’aggregazione e voterà un sì convinto all’aggregazione.
Per lui, residente ad Arbedo, in fondo non cambierà molto, anzi. Collaboratore dell’Amministrazione cantonale si reca in città tutti i giorni per lavoro. Un podista già da adolescente, alla sera dopo il lavoro esce a correre “in Golena” lungo il fiume Ticino entrando di fatto sul territorio della città. “E quando porto a spasso i bambini ci fermiamo sempre al parco giochi della Gerretta” aggiunge. In effetti, già da ora, come tanti altri residenti della regione, usufruisce dei servizi e delle infrastrutture che offre la città di Bellinzona. “Grazie all’aggregazione quindi potremo contare su un’organizzazione più strutturata e forte, continuando a fare la nostra vita come prima”.
Alcuni dei suoi concittadini, mi dice, sono preoccupati per la perdita d’identità e il peggioramento della qualità di vita. Non accadrà. Le associazioni attive sul territorio, i patriziati, le parrocchie continueranno a svolgere le loro attività come in passato. Non saranno cancellate ma potranno semmai contare su una struttura centrale più forte e più organizzata. Avranno più valore. L’identità non viene definita dalle istituzioni, e questo in qualità di Direttore del Dipartimento delle istituzioni lo so bene. È invece correlata alla voglia, all’impegno dei cittadini di far vivere il territorio. E questo vale per me che vivo in Leventina come per un abitante del quartiere di Rancate a Mendrisio.
Un altro aspetto che il mio amico mi ha fatto presente è il timore che alcuni genitori hanno sull’educazione dei figli. In particolare l’allontanamento della sede scolastica dal domicilio. In realtà i ragazzi frequenteranno la scuola più vicina a casa, senza dover allontanarsi dalla famiglia. Questo non altererà o influenzerà i ritmi famigliari.
È da qualche anno che sono in Consiglio di Stato, e questa non è la prima aggregazione che vivo. In questo caso specifico posso confermare che il progetto è stato studiato e analizzato nel dettaglio, tenendo presente punti di forza e le criticità emerse in altre situazioni: non soltanto dal punto di vista finanziario ma anche sociale e territoriale è stato fatto tutto con la dovuta attenzione.
Sono favorevole all’aggregazione, l’ho ribadito a più riprese. Il mio è un sì convinto. Non perché siedo in Governo e vedo solo le sfaccettature politiche ma perché come padre di famiglia e cittadino di un Comune della Leventina vedo le potenzialità di un’aggregazione. Un’ampia condivisione di valori, in una grande comunità strutturata ed efficiente rispettando e mantenendo le tradizioni e le caratteristiche locali.
Norman Gobbi, Presidente del Consiglio di Stato e direttore DI