Dopo la Deputazione alle Camere si muove anche il Consiglio di Stato: sul tavolo dei ministri una missiva in cui si contesta la proposta di permettere ai lavoratori di oltre confine la possibilità di scegliere tra imposta alla fonte e imposta ordinaria
Eppur si muove, forse…Dopo oltre due settimane di fragoroso silenzio, anche il Consiglio di Stato si starebbe preparando a reagire alla proposta del Consiglio Federale in materia di imposizione dei frontalieri. Appoggiandosi a una sentenza del Tribunale Federale di cinque anni fa, il Governo propone infatti che ai frontalieri venga concessa la possibilità di poter scegliere tra l’imposta alla fonte e l’imposta ordinaria con tutte i vantaggi fiscali e le deduzioni di cui beneficiano i residenti. Un’opzione già possibile oggi, proprio grazie alla sentenza del TF, che i Consiglieri Federali hanno deciso di codificare in legge.
Ovviamente dal Ticino si è subito levata forte la protesta. Anche in considerazione delle tempistiche con cui il Consiglio Federale ha voluto presentare il messaggio: dopo la votazione del 9 febbraio che ha messo in discussione l’Accordo di Libera circolazione, infatti, sostengono gli oppositori alla proposta, non c’era alcuna fretta di procedere nella direzione imboccata dall’Esecutivo almeno fintanto che i negoziati con l’Unione Europea sono fermi e lontani anni luce da una soluzione globale.
Il Consiglio di Stato, nella procedura di consultazione, si era già schierato contro la modifica di legge constatando come questa verosimilmente provocherà gravi danni sia sul fronte del gettito sia sul fronte delle uscite, considerato il numero di impiegati che bisognerebbe assumere per evadere i nuovi incarti per i frontalieri che volessero scegliere l’imposizione ordinaria.
Ma dopo la decisione di Berna da Palazzo delle Orsoline si era, come detto, recepito soltanto un fragoroso silenzio. Mercoledì invece sul tavolo del Governo è cominciata a girare una letterina da mandare al Consiglio Federale. Una letterina per ribadire con forza la contrarietà del Ticino ed annunciare che il Cantone si muoverà con decisione sulle Commissioni parlamentari per far valere le proprie ragioni. L’autore del testo non è certo ma diverse fonti indicano il Consigliere di Stato leghista Norman Gobbi come promotore dell’iniziativa. Il riserbo sui contenuti è pressoché totale. Si sa soltanto che la missiva mette pesantemente in discussione il principio della “parità di trattamento” invocato sia dal Tribunale Federale che dalla Confederazione come cardine della proposta.
Vedremo se nella prossima seduta la lettera lascerà il tavolo del Consiglio di Stato e prenderà la strada di Palazzo Federale. Ieri intanto i Verdi hanno presentato all’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio una risoluzione per chiedere alla Camere Federali di respingere la proposta del Consiglio Federale. Vedremo se i vertici del Parlamento decideranno, come richiesto dagli ecologisti, di votare immediatamente il testo in plenum già lunedì in apertura di seduta. Nel frattempo anche la Deputazione ticinese alle Camere si è attivata per contrastare la proposta.
Il Ticino si muove e c’è da augurarsi che la faccia in maniera compatta. Solo così potrà avere una possibilità di spuntarla.
AELLE
http://www.liberatv.ch/articolo/28328/imposte-frontalieri-il-governo-prepara-la-battaglia-pronta-una-lettera-al-consiglio