In questi giorni si sollevano da più parti voci sul tema della prostituzione, mosse in buona parte da quanto seppe cogliere Publilio Siro: “La meretrice è causa di vergogna”. Sembra però che l’intento di simile cacofonia sia quello di distogliere l’attenzione dalle reali questioni legate a questo delicato ambito, che con il nuovo testo di legge – ricordiamo proposto dal Governo nel gennaio 2013 – si vorrebbero regolamentare per una maggiore e più efficace tutela delle persone dedite alla prostituzione, nonché a difesa degli interessi di ordine e sicurezza pubblici. È un fatto che l’attuale legge è stata ampiamente superata dagli eventi, lasciando il settore allo sbaraglio dell’illegalità.
In questo contesto va inoltre evidenziato che la presenza di locali a luci rosse non dipende in alcun modo dalla Legge cantonale sulla prostituzione, bensì da norme comunali e federali. Sulla base della libertà economica – sancita dalla Costituzione federale – chiunque può decidere di aprire un postribolo, ovviamente se sono dati i presupposti pianificatori comunali che consentono l’insediamento di una simile attività. La stessa garanzia costituzionale – a determinate condizioni – permette a chi lo desidera di prostituirsi.
La Legge cantonale serve semmai a regolamentare il luogo, il tempo e le modalità dell’esercizio di questa attività in modo da contenerne gli effetti molesti che ne derivano.
Il nuovo testo di legge intende dotare il nostro Cantone di uno strumento moderno e valido, in grado di affrontare le criticità e le vulnerabilità di questo settore, a salvaguardia unicamente degli interessi della popolazione e delle persone che vi lavorano. La nuova Legge sulla prostituzione conferisce maggiori facoltà di intervento alla polizia e agli enti di consulenza/assistenza per le operatrici e operatori del sesso, e impone severi doveri ai responsabili dei locali erotici, affinché vi siano i presupposti che garantiscono a chi si prostituisce di farlo in piena libertà e consapevolezza.
Di più, allo scopo di contenere il fenomeno della prostituzione, il Ticino non rilascia più permessi di soggiorno L per ballerine di cabaret a persone provenienti da Stati terzi, le quali approfittavano di tale statuto per mascherare l’esercizio del meretricio. In altri Cantoni questa pratica è permessa indisturbatamente, sebbene contraria alle normative in materia di stranieri e di recente ripresa nel rapporto della Confederazione sul tema.
Altri Cantoni, benché sprovvisti di una Legge cantonale sulla prostituzione, hanno comunque locali erotici legali. Quindi, basta con le chiacchiere: è tempo di avere il coraggio di guardare i problemi per quello che sono, dando gli strumenti alle autorità di vigilare efficacemente, senza inutili allarmismi e pretestuosi sofismi!
Norman Gobbi, CdS