Approvata all’unanimità una proposta per abbattere il muro d’omertà che molto spesso protegge i pedofili Il Governo dovrà chiarire se l’obbligo d’informazione è applicabile – Il Parlamento vuole «massima fermezza».
Il Gran Consiglio, con voto unanime, ha accolto un’iniziativa che mira a fissare per legge «il dovere di segnalazione degli abusi sui bambini». Il tutto per dire «basta al: non so, non ho visto, se c’ero dormivo». L’iniziativa era stata presentata nel 2010 da Alex Pedrazzini (PPD) e dall’allora deputato Jacques Ducry (PLRT). Ma va precisato che quanto accolto con 64 sì non sarà della serie «detto, fatto». L’iniziativa è generica, pertanto toccherà al Governo formulare una proposta puntuale di legge. Tutti hanno riconosciuto che c’è da sciogliere un nodo giuridico, dato che la proposta obbliga alla segnalazione e dice che chi non lo farà sarà perseguibile. Tutte cose che andranno provate. Il direttore del Dipartimento delle Istituzioni Norman Gobbi ha detto che «lo spirito della proposta è accolto positivamente, mi farò parte attiva per cercare una soluzione, anche sulla base del diritto federale». Allo stato attuale si tratta solo di un passo, ancorché significativo. Molti hanno accennato ai casi più clamorosi di violenza su minori emersi in Ticino nell’ultimo anno e qualcuno ha anche ricordato che in un caso, al posto della denuncia al Ministero pubblico, è scattato il ricatto nei confronti dell’adulto accusato poi di violenza. Ora occorre mostrare «massima fermezza» è stato detto. «Ci sono ostacoli giuridici? – si è chiesto Pedrazzini – Al Governo trovare una soluzione e, se del caso, busseremo alla porta a Berna. Anche con molta energia». Violenza e pedofilia sono fenomeni che, in parte, rimangono sommersi. Ma già solo quanto emerge in superficie fa riflettere. La direttrice della Fondazione della Svizzera italiana per l’aiuto, il sostegno e la protezione dell’infanzia Myriam Caranzano-Maître, in un’intervista al Corriere aveva parlato di un’ottantina di segnalazioni all’anno nel cantone.
Sulla reale possibilità di inserire un’obbligo di informazione da parte di chi viene a conoscenza di un reato, o di una situazione anomala, sussistono molti dubbi. «La questione è tutt’altro che scontata, ma non va lasciata cadere» ha affermato il relatore Maurizio Agustoni (PPD). Al Governo toccherà compiere il prossimo passo. Ma sul tema della pedofilia c’è anche una proposta di Francesca Bordoni Brooks (PPD) per obbligare società e associazioni, ovvero chiunque ha a che fare con minori a dei «corsi di formazione». Mentre Nadia Ghisolfi (pure PPD) mira a permettere ai cosiddetti «accertatori» un maggiore raggio d’azione per fingersi minorenni nelle chat ed entrare in contatto con potenziali pedofili, prima che un reato venga commesso.
Corriere del Ticino, 28.09.2012