L’equipaggiamento antisommossa della polizia comprenderà presto anche telecamere e microfoni. L’impiego di apparecchi audio e video diventerà realtà a partire dal 1. marzo, quando entreranno in vigore la nuova base legale ed il relativo regolamento, che ne disciplina i dettagli e gli aspetti tecnici. Il testo, che fa seguito alla modifica di legge passata a fine novembre in Parlamento, è stato approvato ieri dal Governo. Il ricorso a questi supporti tecnici ha essenzialmente quattro obiettivi, ricorda il capo del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi . «Si tratta di prevenire determinate azioni violente, non da ultimo contro i nostri agenti; di poter raccogliere prove utili al perseguimento di reati; di attuare un effetto dissuasivo. Infine, videocamere e microfoni verranno impiegati anche con strumenti di formazione degli agenti. Leg ge e regolamento permetteranno alla polizia cantonale di disporre di uno strumento efficace per la prevenzione attraverso la dissuasione dal compiere atti violenti. Grazie a questi mezzi gli agenti potranno operare in un contesto più oggettivo, ridurre o addirittura evitare situazioni conflittuali e, appunto, fornire prove per eventuali procedimenti di fronte alle autorità giudicanti. Questi mezzi devono costituire anche uno strumento di difesa degli agenti, che sono spesso soggetti ad attacchi verbali e ad aggressioni».
A dipendenza dell’ambito d’impiego, i sistemi potranno essere fissi o mobili. In proposito, legge e regolamento affrontano anche la questione della tutela della privacy. Nella redazione sono stati coinvolti il Ministero pubblico ed il consulente giuridico del Gran Consiglio Michele Albertini, incaricato can tonale della protezione dei dati. Le apparecchiature e i sistemi sono chiusi, nel senso che i dati non sono accessibili direttamente agli agenti e potranno essere estratti unicamente da personale formato e autorizzato. «Abbiamo collaborato sin dall’inizio con il responsabile della protezione dati e questo ci ha permesso di posare i giusti paletti per la tutela della sfera privata, consentendo al tempo stesso il giusto perseguimento dei reati», aggiunge Gobbi. «L’estrazione dei filmati sarà affidata a poche persone. Concentrando queste operazioni su poche persone, anche i controlli diventano più facili».
Le registrazioni devono essere distrutte entro 100 giorni. Potranno essere trasmesse, spontaneamente o su richiesta motivata, solo alle autorità competenti nell’ambito di procedure penali, civili, amministrative e disciplinari. La legge prevede che queste autorità possono elaborare le registrazioni solo nella misura in cui risultano idonee e necessarie quali mezzi di prova. Le registrazioni andranno distrutte al più tardi con la scadenza del termine di prescrizione o con la crescita in giudicato della decisione. La polizia è incaricata di adottare tutti i provvedimenti tecnici e organizzativi necessari per proteggere le registrazioni contro la perdita, il furto, l’elaborazione e la consultazione illecita.
Ora si tratta di procedere ad una fase di test, anche per verificare sul campo l’adeguatezza del materiale. Dopo le prove sarà presentato un rapporto e il Cantone valuterà se passare subito o meno alla fase effettiva. Ultimata la sperimentazione con il corpo della cantonale, il sistema verrà messo a disposizione delle polizie comunali.
La dotazione delle apparecchiature audio e video sarà accompagnata da un’altra misura che si inserisce nell’ambito della lotta alla violenza, in particolare in occasione di manifestazioni sportive. Sulla base dell’esperienza positiva maturata a San Gallo, Zurigo, Friburgo, Ginevra, Berna e Vaud, la polizia è stata autorizzata a pubblicare online i volti dei teppisti, di coloro che si rendono protagonisti di atti violenti fuori degli stadi dopo gli incontri di calcio e di hockey, e in caso di risse. GI.GA.