Cultura, cultura moderna, cultura generale, cultura mentale, cultura delle etnie, cultura professionale, cultura artistica quindi teatrale, musicale, cinefila pittorica, cultura ambientale…
Stimati signori e Gentilissime signore,
la parola cultura può essere assegnata a diversi campi. Spesso banalizzata, spesso incompresa e poco conosciuta da un vasto numero di persone. Sta proprio a chi si occupa di cultura portare alla sorgente della materia la gente. D’altronde, io stesso potrei saturare le vostre orecchie parlandovi di cultura politica. È uno degli obiettivi che s’è posto e che deve continuare a porsi “Lugano Arte e Cultura LAC”.
LAC pone tra gli obiettivi quello di essere un punto di riferimento per il turismo culturale nella nostra area geografica, che non limito volutamente al solo Canton Ticino. Un centro di produzione culturale, uno spazio privilegiato per l’incontro fra economia e cultura e – come suggerisce la General Manager Lidia Carrion – vuole essere un centro di eccellenza e di incontro per la promozione del sapere, contribuendo a portare il meglio della produzione culturale e scientifica ticinese e svizzera.
Può farlo con attori scelti, interessati e vogliosi di proporre su una neo piazza culturale, quale si pone essere Lugano, delle scelte mirate e intelligenti. Il lavoro è tanto, ma è solo unendo le forze che si possono raggiungere obiettivi d’eccellenza. Penso anche al coinvolgimento delle Fondazioni culturali, di cui stiamo riferendo, quali modelli ed esperienze di collaborazione fra pubblico e privato. Fondazioni culturali che, nella maggior parte dei casi, trovano in questo stretto legame tra pubblico e privato la loro forza di complementarietà e sussidiarietà. Pensiamo ad esempio alla Fondazione Teatro Sociale di Bellinzona, cui buona parte del patrimonio è investita nel magnifico immobile di metà Ottocento, restaurato con intelligenza e cura; il Teatro è ubicato nel cuore della capitale cantonale e in questo luogo privilegiato dell’offerta culturale ticinese si organizzano eventi e il suo sipario si apre ad interessantissime esibizioni artistiche. Così come la fondazione museo regionale delle Centovalli, la Fondazione Monte Verità oppure la Fondazione Museo dell’Architettura di Mendrisio.
Voglio però citare la Fondazione Dazio Grande – del cui Consiglio mi pregio farne parte – che ha recuperato una decina d’anni fa l’antica dogana urana posta all’entrata delle gole del Monte Piottino, che hanno ispirato – meglio impaurito – prestigiosi viaggiatori del nostro passato culturale; questo storico palazzotto festeggia quest’anno i 450 anni dalla sua apertura documentata, e grazie al lavoro della fondazione permette l’accesso ad offerte culturali alla popolazione che vive in zone periferiche del nostro Cantone, con l’ambizioso scopo di voler diventare il centro culturale per la regione del San Gottardo.
Ma non devono essere prese in considerazione solo queste unioni tra Fondazioni che mettono a disposizione della comunità una sede cui proporre eventi culturali, anzi, è l’unione di idee a supporto per esempio delle attività che si potranno costruire nel prossimo cantiere del LAC: il cantiere della cultura e delle idee.
Nel Canton Ticino contiamo 529 fondazioni classiche che sono sottoposte alla vigilanza dell’autorità cantonale. A queste si aggiungono quelle poste alla vigilanza federale. Le Fondazioni che si occupano di cultura e arte sono un centinaio, di cui 55 impegnate nella cultura di simposio. Si possono distinguere le missioni in tre categorie: fondazioni che perseguono scopi riconducibili ad artisti specifici; fondazioni che perseguono l’istituzione o il mantenimento di strutture museali; e fondazioni che sostengono mediante contributi finanziari, iniziative di carattere culturale oppure elargiscono dei premi legati ad opere culturali.
Sono 24 quelle situate nel Sopraceneri e 31 quelle nel Sottoceneri, sostenute per iniziative sia pubbliche che private. Purtroppo in Ticino si assiste ad una eccessiva frammentazione del panorama delle fondazioni, con una conseguente mancanza di “Schwergewicht” ma con un’offerta pur sempre pregevole.
Rispetto ad altre realtà cantonali, nel nostro Cantone si contano numerose piccole fondazioni. Uno studio dell’Università della Svizzera italiana USI ha stabilito ed evidenziato che il Ticino si situa in quinta posizione per numero di fondazioni. Certo, ma quale tipo di fondazione? La frammentazione delle fondazioni può essere la causa di una debole incisività e presenza del tema nel tessuto territoriale. Solo da pochi anni ci siamo chinati nel merito, ma siamo ancora distanti da una marcata e logica presenza di eventi ed iniziative. Occorre unire le forze finanziarie e inventive, affinché la vera forza culturale si insedi nelle abitudini del ticinese e nella tradizione cantonale.
Altro aspetto attinente alle fondazioni è il loro finanziamento e quindi il riconoscimento fiscale delle donazioni fatte dai contribuenti. In materia tributaria non esistono accordi intercantonali che regolano la deducibilità delle erogazioni alle fondazioni fatte dai privati in altri Cantoni.
In sostanza, il riconoscimento dell’esenzione fiscale di un’autorità tributaria cantonale a favore di una fondazione (o associazione) è immediatamente recepito da un altro Cantone, il quale però è libero di disciplinare i limiti delle deduzioni all’interno della propria normativa fiscale cantonale.
Ad esempio nel caso in cui un ente della Svizzera interna intenda raccogliere dei fondi in Ticino dovrebbe dimostrare alla nostra Divisione delle contribuzioni di essere di pubblica utilità. Dopodiché seguirebbe l’iscrizione in un elenco cantonale (curato dalla Divisione delle contribuzioni, che tuttavia non è pubblico) degli enti di pubblica utilità.
Si tratta quindi di trovare soluzioni puntuali che permettano alle fondazioni che perseguono scopi culturali, di poter essere riconosciute e quindi far rete a livello intercantonale, così da permettere un’interazione continuativa tra di esse, ma anche un pregevole scambio e interfinanziamento tra fondazioni che vogliono sostenere artisti, progetti o strutture fuori dal proprio stretto ambito statutario e cantonale.
Questo a fronte di una mancanza nel nostro Cantone di mecenatismo formalizzato in ambito culturale, che esiste solo per pochi e limitati casi nei quali un numero ristretto di donatori garantisce annualmente il capitale necessario per l’organizzazione di eventi. Questo rappresenta un’eccezione. Se guardiamo alle più importanti manifestazioni culturali di carattere nazionale o internazionale che si svolgono in Ticino è evidente che il sostegno degli enti pubblici o degli sponsor privati è indispensabile per lo svolgimento di questi eventi.
Il mecenatismo privato potrebbe permettere una minore necessità di contributi degli enti pubblici oggi tendenzialmente in crescita, per garantire la riuscita delle importanti manifestazioni culturali del nostro Cantone. Per poter garantire un’offerta culturale di spicco sono necessarie sempre maggiori risorse finanziarie, ma anche importanti investimenti nelle strutture logistiche.
Il giusto equilibrio per una corretta, lineare, intelligente e talvolta azzardata scelta che ci auguriamo il LAC potrà proporre assieme alle Fondazioni esistenti, ma anche quelle che nasceranno, per un’offerta non riferita ad un pubblico di amatori, bensì che stuzzichi appassionati vecchi e nuovi e li infonda la propria definita identità.
Vi ringrazio.
Norman Gobbi
Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento delle istituzioni