Lugano – 4 febbraio 2020
– Fa stato il discorso orale –
Gentili signore, egregi signori
Permettetemi due considerazioni iniziali: sono molto soddisfatto della risposta che avete dato al nostro invito per questo secondo Simposio Cantone/Comuni. Lo sono sia per quanto riguarda il numero, sia e soprattutto per la qualità della vostra presenza. La seconda considerazione va da sé ed è il ringraziamento mio e del Consiglio di Stato a tutti voi per essere qui a discutere sul futuro dell’istituzione che ci sta particolarmente a cuore: il Comune
Questo Simposio assume una valenza decisiva per la continuazione del lavoro che svolgiamo assieme. Un’importanza sottolineata in modo chiaro anche nel programma di legislatura (Linee direttive) 2019-2023 presentato dal Governo. Il primo asse strategico “Rapporti con la cittadinanza e le istituzioni” – e già è emblematica la scelta di posizionare al numero uno questo capitolo – contempla l’obiettivo 5 con il titolo “Migliorare il dialogo e la ripartizione dei compiti tra Cantone e Comuni”. Per il Consiglio di Stato diventa imperativo favorire (cito) “le occasioni di dialogo e instaurare un clima di collaborazione, aperto e costruttivo”. Da qui “organizzare regolarmente eventi per facilitare il dialogo e il confronto costruttivo tra i due livelli di governo. Momenti informativi dedicati alle autorità politiche dei Comuni come, ad esempio, il Simposio di dialogo Cantone-Comuni” (fine della citazione).
Una modalità di lavoro introdotta già lo scorso anno con reciproca soddisfazione, stando alle reazioni avute 12 mesi fa. Ma sulla questione legata al dialogo mi riaggancerò nella parte conclusiva di questo intervento.
Negli ultimi anni ci siamo concentrati sue due dei tre assi di riforma dell’istituto comunale: da un lato la dimensione del Comune e quindi tutta la politica delle aggregazioni sino a giungere al Piano cantonale delle aggregazioni. Dall’altro lato i compiti da affidare al Comune. E qui rientra il progetto Ticino 2020 voluto dal Governo che in questi mesi sta entrando nella fase decisiva e i cui risultati finali sono ancora da cogliere.
Il terzo asse della riforma, ossia il funzionamento del Comune, lo stiamo discutendo e lanciando proprio oggi. È un grande cantiere anche questo. Il Dipartimento delle istituzioni con la sua Sezione degli enti locali sarà impegnato assieme a tutte le istanze interessate – penso ovviamente quindi ai Comuni e ai Patriziati con le loro associazioni – per individuare quali elementi introdurre in quella che sarà la revisione del quadro legislativo che regge il funzionamento del Comune. Una riflessione che durerà per tutto il 2020. Nelle nostre intenzioni vorremmo poi giungere al termine della legislatura comunale con l’approvazione da parte del Gran Consiglio della revisione delle norme legislative.
Parallelamente non si interrompe il lavoro sulle aggregazioni e su Ticino 2020. Quest’anno diamo inizio al terzo asse che andrà a completare il quadro strategico che il Cantone ha elaborato per il Comune. Ma abbiamo ancora diverse pennellate da spalmare sulla tela di questa riforma. C’è però una riflessione sulla metodologia da mettere in campo in questa nostra azione che vorrei condividere con voi. Se vogliamo davvero definire i rapporti tra Cantone e Comune nel rispetto dei principi di sussidiarietà, di equivalenza fiscale, di federalismo asimmetrico e di partecipazione solidale, tenendo conto della nuova realtà socioeconomica ticinese, non possiamo esimerci da compiere un grande sforzo nella direzione del dialogo.
Infatti, a prescindere da quelle che sono le riforme dell’istituto comunale, ciò che le due legislature passate mi hanno insegnato è costituito dal fatto che i rapporti tra i due “governi” (cantonale e comunale) sono messi in difficoltà da un dialogo insufficiente. Questa constatazione si è rafforzata dopo aver incontrato personalmente molti Municipi. Sono stati moltissimi i sindaci e i municipali che mi hanno ringraziato per essere andato a casa loro a discutere. Perché a livello generale manca un dialogo – aperto, franco e costruttivo – che non può essere demandato alla carta da lettera o a intermediari. Bisogna avere il coraggio di sedersi allo stesso tavolo di lavoro. Stare assieme per parlare e ascoltare. Solo da un ascolto attivo si potrà sperare di avere soluzioni che possano soddisfare entrambi i livelli istituzionali. E in ultima istanza che possano soddisfare il cittadino, che costituisce il nostro referente ultimo e più importante.
In questo senso, così come lo fu il primo Simposio lo scorso anno che non deluse le attese, anche questo incontro odierno ci permetterà di dare nuovo slancio alla nostra azione comune… per il Comune.
Per questo rimango positivo sul destino del Comune, anche se non nascondo le difficoltà e gli sgambetti che dovremo – assieme – superare. Il rinnovo dei poteri comunali nel prossimo mese di aprile dovrà rappresentare un’opportunità e non uno stop in questo importante processo.
Ringrazio infine il Capo Sezione degli enti locali Marzio della Santa e i suoi collaboratori per l’organizzazione e tutti i relatori impegnati nei workshop di questo evento.