Norman Gobbi presenta il grande impegno per i centri di vaccinazione e non solo
Una definizione, un impegno. È quanto attesta il nome della Sezione del militare e della protezione della popolazione (SMPP), che fa parte del Dipartimento delle istituzioni diretto dal Consigliere di Stato Norman Gobbi. A noi qui interessa soprattutto l’aspetto legato alla “protezione della popolazione”. “La Sezione con a capo Ryan Pedevilla in questi anni sta svolgendo un grande lavoro sia per quanto riguarda la cura dell’organizzazione militare, sia sul fronte della protezione della popolazione. Durante tutti questi 15 mesi di crisi pandemica la SMPP si è distinta proprio nel sostegno concreto alla popolazione, mettendosi a disposizione per ogni aspetto logistico e organizzativo. Un supporto dato anche ad altri dipartimenti, con particolare riferimento al DSS e all’Ufficio del medico cantonale, che ha seguito la crisi dal profilo sanitario”, afferma Norman Gobbi.
Sono numerose le testimonianze che ci giungono in redazione sull’efficienza dei centri di vaccinazione, sul modo in cui sono organizzati e sulla puntualità del servizio. “Dietro c’è una macchina organizzativa di non poco conto. Una sfida partita da lontano – precisa il Consigliere di Stato Norman Gobbi – facendo tesoro delle esperienze maturate nel corso della prima ondata della pandemia. Attraverso un adattamento graduale della struttura, sulla scorta delle esigenze che man mano si sono presentate, siamo stati in grado di far fronte alle necessità legate al tracciamento delle persone positive al COVID-19, e soprattutto alle esigenze di una campagna di vaccinazione di massa che mai avevamo dovuto approntare. Oggi il Cantone dispone di una buona organizzazione, in grado di offrire alle cittadine e ai cittadini ticinesi un servizio – e detta di tutti – ottimale”.
L’aspetto molto interessante è il coinvolgimento di persone provenienti dalla disoccupazione in questa grande organizzazione. Ancora Gobbi: “Siamo riusciti a dare lavoro a circa 220 persone che si trovavano senza lavoro. Questi collaboratori ci sono stati segnalati dagli Uffici regionali di collocamento (URC) e attraverso l’esame dei profili e i colloqui individuali sono stati scelti i candidati idonei. Hanno un contratto di ausiliario e lavorano per il numero verde (circa 5mila telefonate da gestire alla settimana), per i centri di vaccinazione e per il Servizio di tracciamento (il Contact tracing). L’aspetto positivo di questa operazione è evidente a tutti: molte persone hanno una nuova opportunità lavorativa. Tra di loro ci sono già ex disoccupati che proprio grazie a questa occasione hanno ritrovato un impiego, si spera, definitivo. Questa macchina organizzativa impiega inoltre circa 180 sanitari che si occupano specificatamente di somministrare il vaccino. Tra loro vi sono una ventina di persone che erano in disoccupazione. A supporto anche 600 giovani delle scuole sanitarie (SSSC e SUPSI); 100 militi della Protezione civile che quotidianamente si preoccupano degli aspetti logistici e il personale del Servizio ambulanze. Mille persone che lavorano… per la protezione della popolazione e alle quali stiamo dando un importante aiuto”, conclude il Direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi.