1 ottobre 2018 – Lugano
– Fa stato il discorso orale –
Gentili signore, egregi signori,
quello dei Patriziati è un tema a me caro in quanto considero questi storici enti una parte integrante e rappresentativa della nostra società. Noto, purtroppo, che a volte la loro importanza passa un po’ in secondo piano e che c’è chi ne dimentica il fondamentale ruolo che essi ricoprono. Un ruolo che attraverso le aggregazioni comunali – e la Città di Lugano ne è una testimonianza significativa – ha trovato una nuova energia, oserei dire una nuova vita. E qui faccio riferimento tanto alle aggregazioni di valle quanto a quelle urbane. Pensiamo ad esempio a quanto accaduto di recente nella Nuova Bellinzona, dove i Patriziati sono stati integrati quali elementi di collante territoriale e di salvaguardia delle numerose comunità confluite nell’agglomerato urbano. Un meccanismo che ha unito e non certo diviso. La Città di Lugano, come accennato, ha vissuto un’esperienza simile, seppur maggiormente dilatata nel tempo, e ora la nuova realtà comunale conta 15 Patriziati solidi, armonici e con un’interessante storia da raccontare.
Lasciatemi fare qualche numero: a confermare la tesi che si tratti di un ente radicato e ancora attuale, oggi in Ticino si contano 201 Patriziati e ben 90mila patrizi. Essi sono proprietari del 75% dei circa 140mila ettari del territorio boschivo che ci circonda. Si occupano con passione, spirito corporativo e con assoluta dedizione della gestione delle proprietà comunitarie quali i boschi, che citavo poc’anzi, ma anche le cave, gli alpi, i caseifici, oltre alle infrastrutture sportive e turistiche. Insomma: i Patriziati sono un patrimonio su cui ogni ticinese – patrizio o no – sa di poter contare. L’attaccamento alle nostre radici, alla nostra identità, non è un limite, bensì una preziosa risorsa. Infatti, un albero per crescere ha bisogno di radici profonde per poter svettare e resistere alle tempeste.
Fortunatamente, il Ticino può affidarsi a Patriziati che guardano al futuro con entusiasmo, sostenuti in questo atteggiamento costruttivo dai Comuni e dal Cantone, con i quali collaborano attivamente. So per certo, perché ne ho esperienza diretta, che il dinamismo non manca, che ci sono Patriziati propositivi e innovativi nella promozione di progetti di gestione e valorizzazione del territorio, in ambiti classici come quello agricolo o quello forestale, ma sempre più anche nel turismo, nel sociale e nel settore culturale. Il Patriziato vive all’interno di una società e si sviluppa con essa, offrendo un servizio essenziale per la comunità locale e quindi, di riflesso, per tutto il Cantone, innescando un circolo virtuoso dal quale non può che trarne beneficio la collettività.
Il mio Dipartimento, proprio perché consapevole della centralità dei Patriziati e perché intimamente convinto della necessità di sostenere nei fatti la triade Patriziato-Comune-Cantone, mette a disposizione la sua consulenza (attraverso i propri Servizi), così come un aiuto finanziario tramite il Fondo di aiuto patriziale e il Fondo per la gestione del territorio. Se i progetti sono validi, e nella quasi totalità lo sono, noi – il Cantone e il Dipartimento – ci siamo!
In questo contesto di costruttiva sinergia, occorre evidenziare il prezioso lavoro di mediazione svolto dall’Alleanza patriziale ticinese (ALPA), con la quale portiamo avanti numerose iniziative e attività. Nata nel 1938, l’ALPA sostiene i Patriziati e promuove la collaborazione con i Comuni in modo da creare le condizioni-quadro favorevoli alla gestione sostenibile del territorio che, assieme alle persone, è il nostro bene più prezioso. Posso solo confermare quanto ho già avuto modo di sottolineare in altre occasioni: il nostro rapporto è sempre stato eccellente e sono sicuro che potrà consolidarsi ulteriormente nei prossimi anni, generando ricadute benefiche all’istituto patriziale.
Termino con una promessa: con il Dipartimento e i miei collaboratori, partendo dal Capo della Sezione enti locali Marzio Della Santa, continueremo a impegnarci per dare il nostro contributo a favore dei Patriziati ticinesi. Belle iniziative come la vostra, caro Sindaco e caro Presidente, non fanno altro che portare abbondante acqua al mulino dei Patriziati, rinnovandone la nomea e avvicinandoli ancor di più a coloro che non ne conoscono azioni e finalità. Apprezzo davvero molto l’idea di dedicare un evento – inserendolo oltretutto in un contesto nobile come il patio del Municipio di Lugano – alle attività dei Patriziati e ai prodotti che ne derivano. Essi hanno molto da offrire, rappresentano un servizio essenziale alle comunità locali, valorizzano il prodotto indigeno, promuovono il territorio e la cultura tenendo ben salda la barra della tradizione, coniugata però con l’innovazione.
I Patriziati hanno origine nel nostro passato, giocano un ruolo da protagonisti nel presente e guardano con entusiasmo a un futuro che concorrono a costruire. L’albero della Città di Lugano può contare su vive e profonde radici, rappresentate dai suoi 15 Patriziati, e su esso continua a crescere nell’interesse di tutto il Cantone.
Insomma, i Patriziati non sono i custodi di fredde ceneri, bensì vivaci ravvivatori del fuoco dello spirito del XXI secolo.